In troppi post nel passato ho detto che non amo le "Giornate", commemorazioni che durano un giorno e il giorno dopo tutto è come prima.
Così questa volta voglio scrivere qualcosa sulla "non memoria".
I 3 GRADINI DELLA "NON MEMORIA"
Il primo gradino è la "Dimenticanza". Non è neppure tanto condannabile: dimenticarsi delle cose è talmente umano... fa parte di quelle piccole imperfezioni della nostra vita così mutevole e per questo così... viva.
La Dimenticanza presuppone che prima o poi quello che abbiamo dimenticato ritorni a galleggiare nel mare della nostra coscienza.
E non è detto che a galleggiare sia proprio un fiore.
E non è detto che a galleggiare sia proprio un fiore.
Il secondo gradino è la "Negazione": ci ricordiamo benissimo di quello che è accaduto, ma neghiamo che sia veramente successo, specialmente se c'è il rischio che un po' di colpa (o tutta) sia nostra. A volte neghiamo anche i ricordi degli altri: a noi "non risulta".
Anche l'evidenza, neghiamo. Mi domando: in difesa di cosa? dei privilegi? dei sonni tranquilli?
Il terzo gradino... non ha un nome o forse ne ha molti. Qui cessa tutto quello che possiamo definire "umano" perché si arriva al "dis-umano".
Si sale sul terzo gradino e si calpestano le vite e i diritti altrui.
E questa è una prerogativa del dolore nell'uomo: aprire le porte o chiuderle a doppia mandata. Ma c'è sempre una scelta, prima, solo che è più facile dare la colpa al Destino... e al Dolore.
Dopo il terzo gradino non c'è nient'altro che una rovinosa caduta nel buio senza fine.
"Uomo,
non dimenticare mai, perdona sempre, non fare agli altri quello che non
vorresti fosse fatto a te, ma soprattutto non fare agli altri il male che altri hanno
fatto a te".
Un post stupendo... Hai perfettamente ragione... Mi hanno colpito molto anche le foto...
RispondiEliminaGrazie, Lella, sono foto scattate a Vienna l'anno scorso.
EliminaDimenticare è spesso una scelta comoda per ignorare le proprie responsabilità e aiuta moltissimo a difendere i propri privilegi.
RispondiEliminaCiao, Guido
Grazie, Guido...purtroppo è così..e lo vediamo quotidianamente. :(
EliminaMeraviglioso per esercitare la MEMORIA..........
RispondiEliminaGrazie Lilia...ti abbraccio, mia cara amica lontana.
EliminaC'è chi non ha nessun bisogno di dimenticare perché è totalmente non interessato alla cosa. Non sono fatti suoi, lui non c'entra e poi sono cose lontanissime nel tempo, e uffa queste giornate, i piagnistei ecc.ecc. E' successo, basta, finiamola. Questa è la " non memoria". Nessuna rimozione di cose che non sono mai venute nate, come lo sgomento o la pietà.
RispondiEliminaPensiamo all'oggi, all'ora, a me, qui e basta.
già, caro Paolo...e tutto si perpetua nell'indifferenza più totale, ora come allora... :(
Eliminaio non riesco a dimenticare .....e non riuscirò mai ....chi lo vuol fare ne diventa partecipe anche se non lo ha fatto con le proprie mani ......
RispondiEliminaHai detto benissimo, Barbara. Il non agire ...è anch'esso un modo di agire.
EliminaIo voglio ricordare tutto: l'olocausto di ieri, ma anche la Palestina di oggi. Affinchè non diventi l'olocausto di oggi!
RispondiEliminaed è per questo, infatti che ho scritto quelle righe finali in corsivo..."non fare agli altri il male che altri hanno fatto a te".Perché proprio alla Palestina pensavo.
EliminaGradini da non dimenticare mai.. Grazie della visita gentile grazie di cuore
RispondiEliminaMaurizio
Grazie a te, Mauri :)
EliminaAvviene che le persone fanno pagare agli altri i torti che hanno subito, e ogni riferimento agli ebrei di oggi è volontario. Mi chiedo a cosa sia servito l'Olocausto se il ricordo del passato non è sufficiente per scongiurare il rischio di un Olocausto palestinese...
RispondiEliminaMe lo chiedo anch'io: per questo ho scritto quello che ho scritto. Ti abbraccio, cara Sharatan.
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