Vorrei deporre il peso dei
miei occhi
sul tuo ciglio di strada e
insieme al vento
disperderne alla polvere
il dolore.
Già sul mio sguardo un
filo d'erba cresce:
non chiede fiori, sopporta
il cuore avverso,
radice inesorabile al
silenzio .
Riyueren
Ho una "statua custode": ogni volta che fotografo il suo dolore, immobile ed immutato da parecchi anni (dal 1800, credo) lei mi insegna cose e me le insegna nel silenzio. E contiene, custodisce, anche il mio dolore.
Mi suggerisce che non c'è unicamente silenzio, al di là del velo, ma semplicemente esistono parole diverse...quello che noi non udiamo non è affatto un silenzio: è un linguaggio fatto di luci, oscurità, movimento e quiete, lontano da noi eppure radicato dentro di noi...
potrei dire :"lontano in noi"..(è verso questo "lontano" che io sento di dover camminare..è questo "lontano" che cerco e che cerca me).
potrei dire :"lontano in noi"..(è verso questo "lontano" che io sento di dover camminare..è questo "lontano" che cerco e che cerca me).
Posso dire di amare questa statua custode.
Il suo offrirsi allo scorrere dei giorni mi avvicina alla pace, il suo sguardo...all'armonia.
Ho già detto di quanto indicibile dolore sia carica questa statua, lo scultore ne ha fatto un capolavoro. Vorrei tanto che riuscisse davvero a disperdere alla polvere il suo dolore, sembra così infinito...
RispondiEliminaTemo di leggere "oltre" il discorso del dolore trasmesso dalla visione della statua; la scultura in questo caso è una porta aperta sulla metafisica intima della tua vita e dei tuoi giorni. Lì la malimconia e la tristezza le sento in modo diverso e non riesco a farne una lettura generale: questo è il pericolo e il pregio miracoloso della scrittura. La tua ha caratteristiche speciali...come i tuoi occhi.
RispondiEliminaEnzo
E' una bellissima scultura che, come sempre nelle opere d'arte, adombra altro. Mi sorprende come nelle prime fotografie il volto sia così totalmente umano, mentre l'ultima rivela che è Maria, Madre di Gesù crocifisso; per chi crede testimone eterna dell'infinito dolore di perdere un Figlio. Se è solo una donna madre, niente la consolerà. Maria invece consola ricordando che il suo Figlio è risorto e questo sarà anche per i nostri amori scomparsi, mai davvero morti del tutto: non omnia moriemur. Non moriamo del tutto.. Ascoltando lo Stabat Mater di Pergolesi.
RispondiEliminami piace il tuo blog il tuo profondo modo di esprimerti tra immagini e parole ...molto bella descrizione del tuo blog.
RispondiEliminabuon tutto e a presto.
..rimango basito dalla descrizione con le giuste parole che silenzio affascina, appare e muore.
RispondiEliminaM.
Vi ringrazio tutti, per le parole affettuose e generose che lasciate sempre da me...che ultimamente (beh, da un bel po' direi) mi sto perdendo sempre di più nelle immagini...è un po' come un viaggio...trovo un volto alle mie emozioni, alle cose della mia vita che non sempre mi riesce di esprimere, arginare, con le parole...è che le immagini, spesso, dilagano e rompono gli argini.
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