Eccoti, finalmente, mia Signora: perché, non appena ti ho vista, ho subito saputo il tuo nome, senza dovertelo chiedere. Milady.
Sdegnosa: un po’ insofferente, non appena ti sei accorta che la sorte ti aveva assegnata a mani non altolocate, non “professionali”.
Vedrai, ti adatterai ai jeans, all’abbigliamento un po’ casual: qui non abbiamo completini firmati.
Non è blu, il mio sangue, Milady, è rosso … ma è anche tanto caldo, corre veloce: qui è sempre primavera. E comunque, i miei occhi e le mie mani ti sapranno riscaldare, nel caso arrivassero momenti d’inverno e istanti di pioggia (eh già, qui temporali e tempeste durano poco, credimi).
In questi pochi giorni hai cominciato a cambiare, a scioglierti: del resto la tua sorellina, la mia "piccola", la Coolpix P 5000 (è un po’ pazzerella, ha voluto subito metterti in posa per scattarti un ritratto) deve averti spiegato come si sta tra le zampe di una lupa bianca...c'era uno strano chiacchiericcio in camera mia, l'altra notte, rumore di sogni...chissà cosa vi siete dette.
Ormai devi aver capito che qui ci si diverte parecchio. In tre faremo faville.
Ormai devi aver capito che qui ci si diverte parecchio. In tre faremo faville.
Io non ti chiedo di essere i miei occhi: ti chiedo molto di più.
Voglio che tu sia l’occhio del mio cuore, la mano della mia anima.
La piuma che mancava al mio volo.
Riyueren