martedì 28 dicembre 2010

Canto Nascosto

Sound of silence


C’è un canto nascosto nel prato:
Tutti i fiori profumano suoni.
Si fa erba il mio cuore, a radice mi affonda.

 Zolla di carne, per i semi del vento.
Mano di terra, a scavare orizzonti.

Riyueren

Bolle di sapone


… e dove si nasconde meglio, un canto? Nel silenzio.

… e dove risuona meglio? Nel silenzio.

I colori hanno un profumo intenso

Dove si sprigiona meglio? Nell’oscurità … del cuore.

Giù, in cerca della mia radice, inseguendo un suono di fiori. 

sabato 25 dicembre 2010

Hoka Hey

Abstract


Un regalo costoso, il silenzio:
Per avvolgerlo ho usato i miei sogni
-Quasi tutta la carta che avevo-

 Non ci metto anche il cuore, sia chiaro:
non sopporta fiocchetti e nastrini.
Riyueren 
 

giovedì 23 dicembre 2010

Auguri di Luce



Auguri

Parola sacra
Di luce silenziosa.
Speranza d’ombra.

 Riyueren 


...oggi pomeriggio,una breve tregua tra una pioggia e l’altra mi ha visto camminare per le vie del centro.

Camminare non è il termine esatto … bisognava correre, fendere la folla: mi sembrava di essere in uno di quei documentari dove migliaia di pesci guizzano d’argento tutti insieme, a seconda della corrente.


Non sono queste le luci vere, ho pensato: sono dei simulacri di felicità. Lo dico perché gli sguardi erano senza luce, probabilmente anche il mio lo era.

Dove stiamo andando? Dove, che ci stiamo andando di corsa, tra l’altro? 

 
Auguri

La felicità è uno stato dell’anima, forse non appartiene alla mente, questa nostra mente così complicata e contorta … una mente rampicante, che spesso ci cresce addosso e ci soffoca … e a volte può soffocare anche chi ci sta accanto.

Ognuno dà alle parole un valore suo personale, è per questo che in giro c’è molta incomprensione, non ci accordiamo sul significato che attribuiamo alle parole che usiamo: per me la felicità è soprattutto pace, consapevolezza, armonia. 
Oggi non ne ho vista molta.


 Sì, c’erano luci bellissime: il Ponte Monumentale in Via Venti aveva in “sovraimpressione” (grazie a dei faretti) innumerevoli stelle.

Io però avrei voluto vedere luci nelle persone.

Così è questo l’augurio che mi sento di lasciare qui a chi entra per leggere, per amicizia o magari per caso: i bambini hanno una luce, al loro interno, quindi l’abbiamo avuta anche noi … e sicuramente, in qualche angolino della nostra anima, c’è ancora.

Soffiamo delicatamente su questa debole  fiammella, per ravvivarla. Usiamo il respiro dei sogni: è quello il vento della speranza.

Non dimentichiamoci che siamo polvere, è vero, ma siamo pur sempre polvere di stelle.

Luce e serenità a tutti.




Ps. chiedo scusa se non rispondo più ai commenti, faccio sempre troppa fatica a stare al pc. Cercherò d’ora in poi di passare da tutti voi, magari lasciandovi qualche foto. Quando guarirò completamente, come spero, tutto tornerà come prima. Un abbraccio di Buone Feste. 

domenica 19 dicembre 2010

Le cose del silenzio

Calligrafie di neve



 Ombre di seta
Abitano il silenzio.
Cuore d’inverno.

 Riyueren

 … sto scrivendo queste righe domandandomi come si possa scrivere vedendo nemmeno la metà di quel che si scrive, da tanto il mio sguardo si sta intorbidando tutto. Un po’ come per l’udito … tiro a indovinare.

 
Calligrafie di neve


Come comprendo le parole leggendo il labiale, così intuisco dalle forme se scrivo giusto o sbagliato. Per il mio occhio destro le parole scritte danzano, mentre il sinistro fa da solo e con un po’ troppa fatica.

 
 Calligrafie di neve  

 
 L’unica cosa che non s’inganna, ci sente e ci vede bene … è il mio cuore.
Così, mentre scrivevo, mi ha fatto alzare gli occhi (sono di fronte alla finestra della cucina) e ho visto un rapido volo di gabbiani, una coppia.

Il cane a cui appartengo dorme appallottolato come un gatto sulla seggiola qui vicino a me.

Abito il Silenzio con le mie vesti d’ombra.

Questa calma mi riveste non solo in superficie.

Sono finalmente come l’acqua di un lago: un tempo le foglie dei miei giorni ci cadevano dentro come macigni, sollevando onde che ricadevano attorno, al di là di me ….. ed erano parti di me che si allontanavano … frammenti in cui mi disperdevo ovunque.

Ora anche i macigni, le frane dei giorni e delle notti, sono foglie leggere su cui la mia anima galleggia serena.

Incredibilmente, mi arricchiscono di luci e di colori. Anche di suoni … che probabilmente solo io sento.

 
 Benedico questo mio viaggio tortuoso partito tanto tempo fa dalle parole scritte: se non avessi quelle, ora io nelle immagini mi perderei senza possibilità di ritorno.

 



 
Invece, grazie al filo d’Arianna delle parole, trovo sempre il modo per ritornare (ogni foto è un viaggio in dimensioni diverse, lontane quanto più le trovo al mio interno … che siano questi, i viaggi “sciamanici”? potrebbe essere, sì, potrebbe, perché ad ogni "viaggio" la mia anima si ricompone … pezzetti mancanti vanno al loro posto).

E il cuore d’inverno tutto è tranne solitudine.

 
Chiedo scusa per le mie assenze sempre più frequenti e prolungate...Un abbraccio grande.

 

domenica 12 dicembre 2010

Il Silenzio delle cose

Old Style (platinum)


Il nome è un viandante di nebbia
Una mano velata bussa alla mia porta
Sulle dita ha gli occhi della neve.

 Il mio silenzio è bianco stupore
Quando usciamo di casa e il mondo si apre.

 Riyueren



… ho pensato, a volte, che il nome fosse una parola, un qualcosa da trovare, in me o in qualche altro posto o persona, per entrare nelle sensazioni, nelle emozioni, quelle cose che vivono in noi e ci fanno vivere … ma che vanno confinate, comprese, abbracciate … perché si disperdono velocemente e così facendo possono … disperdere anche noi.

 
Old Style (Platinum)



 
 Ma il nome può anche essere un viandante di nebbia: un’immagine che viene a bussare alla tua porta ... e ti apre il mondo.
 Old Style (platinum) 

 
 C’è un silenzio, nelle cose. E non ha bisogno di nomi. 

 

martedì 7 dicembre 2010

Lunaria

Lunaria

Solca parole
E semina silenzi.
Soffio di Luna
Riyueren

 
… fare fotografia t’insegna a guardarti attorno. A vedere in un modo diverso quello che hai sempre avuto davanti agli occhi e che magari ritenevi senza importanza.

T’insegna che il soggetto è qualcosa che va oltre i confini del mirino.

Perché ti obbliga a fare una cosa che mai penseresti di dover fare, avendo un obiettivo che “punta” il mondo davanti a te: ti obbliga a guardarti dentro.

Ad ogni scatto, ma anche ( e soprattutto) prima.

Prima di ogni scatto devo mettere a fuoco … me stessa.

Inquadrando un filo d’erba o un panorama, un albero nella nebbia o un fiore acceso d’estate, è in te, che entri, è una parte di te, che vedi.

E viceversa.

Le immagini ti aiutano ad andare oltre le parole, hanno una luce per farti vedere quello che a te sembrava al buio, nell’anima, ma solo perché non trovavi le parole.

Buio non significa “vuoto” così come vuoto non significa “assente” o "mancante" (di qualcosa).

Così, mentre con una mano tieni in alto contro i vetri della tua finestra un ramo di foglie trasparenti di Lunaria e con l’altra reggi (un po’ a stento, per via del peso) la fotocamera, e “scatti” per incontrare su quelle foglie il tramonto, ti accorgi di una piccola cosa sulla Bellezza.

Scopri, anche dentro di te, che la Bellezza è effimera, sì, ma non è fragile.

 
Lunaria

sabato 4 dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

Ronzio d'estate

Ronzio d'estate

Ronzio d’estate
Al sole dell’inverno
Morbidi sogni

 Riyueren

… per un attimo, un attimo soltanto, il tempo di un respiro, essere tutt’uno con un piccolo essere, sentire lo stesso calore che prova sulle sue ali.

Dopo tanti giorni di freddo, la luce del sole  arriva, aprendosi un varco tra le nuvole … e ti abbraccia tutto.


Non sei bello, hai un aspetto goffo nonostante le ali e la possibilità di volare, i tuoi molteplici occhi se mai tu potessi specchiarti da qualche parte renderebbero inquieto anche te.

Ma in questo momento magico, in questo spazio sacro che solo il tempo dell’abbandono - dell’essere presente ad ogni istante di sé - riesce a diventare, tu ti trasformi: la luce che ti abbraccia ti fa diventare qualcosa di meraviglioso.

Diventi un dono per gli altri … e neppure lo sai.

Sei un dono per i miei occhi. Perché mi parli dell’estate anche nei momenti freddi e bui che spesso mi accompagnano.

Perché i sogni che lasci sul mio sguardo sono morbidi.

E perché, mentre ti fotografavo, mi hai fatto capire questo: Il Sogno è una realtà da raggiungere, non un' illusione in cui nascondere la paura del viaggio.

Sul poggiolo