Riyueren
… fare fotografia t’insegna a guardarti attorno. A vedere in un modo diverso quello che hai sempre avuto davanti agli occhi e che magari ritenevi senza importanza.
T’insegna che il soggetto è qualcosa che va oltre i confini del mirino.
Perché ti obbliga a fare una cosa che mai penseresti di dover fare, avendo un obiettivo che “punta” il mondo davanti a te: ti obbliga a guardarti dentro.
Ad ogni scatto, ma anche ( e soprattutto) prima.
Prima di ogni scatto devo mettere a fuoco … me stessa.
Inquadrando un filo d’erba o un panorama, un albero nella nebbia o un fiore acceso d’estate, è in te, che entri, è una parte di te, che vedi.
E viceversa.
Le immagini ti aiutano ad andare oltre le parole, hanno una luce per farti vedere quello che a te sembrava al buio, nell’anima, ma solo perché non trovavi le parole.
Buio non significa “vuoto” così come vuoto non significa “assente” o "mancante" (di qualcosa).
Così, mentre con una mano tieni in alto contro i vetri della tua finestra un ramo di foglie trasparenti di Lunaria e con l’altra reggi (un po’ a stento, per via del peso) la fotocamera, e “scatti” per incontrare su quelle foglie il tramonto, ti accorgi di una piccola cosa sulla Bellezza.
Scopri, anche dentro di te, che la Bellezza è effimera, sì, ma non è fragile.
T’insegna che il soggetto è qualcosa che va oltre i confini del mirino.
Perché ti obbliga a fare una cosa che mai penseresti di dover fare, avendo un obiettivo che “punta” il mondo davanti a te: ti obbliga a guardarti dentro.
Ad ogni scatto, ma anche ( e soprattutto) prima.
Prima di ogni scatto devo mettere a fuoco … me stessa.
Inquadrando un filo d’erba o un panorama, un albero nella nebbia o un fiore acceso d’estate, è in te, che entri, è una parte di te, che vedi.
E viceversa.
Le immagini ti aiutano ad andare oltre le parole, hanno una luce per farti vedere quello che a te sembrava al buio, nell’anima, ma solo perché non trovavi le parole.
Buio non significa “vuoto” così come vuoto non significa “assente” o "mancante" (di qualcosa).
Così, mentre con una mano tieni in alto contro i vetri della tua finestra un ramo di foglie trasparenti di Lunaria e con l’altra reggi (un po’ a stento, per via del peso) la fotocamera, e “scatti” per incontrare su quelle foglie il tramonto, ti accorgi di una piccola cosa sulla Bellezza.
Scopri, anche dentro di te, che la Bellezza è effimera, sì, ma non è fragile.
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