lunedì 6 aprile 2015

Gli occhi



Villa Panza - Varese

Gli occhi mi guidano all'ascolto
e sulle labbra
le parole acquistano una forma.
Consonanti visibili e vocali:
così la frase si compie nel mio sguardo.

Ma chi li aiuterà, i miei occhi,
se l'orizzonte a un tratto si raddoppia,
sulle spalle ogni linea mi s'incurva
per adagiarsi obliqua sopra al cuore?


Riyueren



Villa Panza - Varese

I miei occhi sono tutto l'aiuto che ho: mi ci appoggio sempre di più, come ad un bastone, anzi, due, come le stampelle. Sorreggono la mia comprensione del mondo: non mi sfuggono i suoi movimenti, anche i più impercettibili.


So leggere le labbra delle persone: vocali e consonanti si susseguono in un insieme di forme che mi guida al senso compiuto, al significato, al di là dei suoni che sfuggono sempre più velocemente alle mie orecchie.

Ora devo trovare un aiuto per questi occhi che da tanto fanno un doppio lavoro: guardano e ascoltano. Sono stanchi. Prosciugati dalla mia inquietudine di "vedere" e dalla fretta di comprendere quello che "vedo".

Occhi diventati troppo sensibili: un alito di vento, una giornata di sole pieno li feriscono. 
Mi regalano immagini sorprendenti della mia essenza e nel farlo si consumano.

Sono coraggiosi, i miei occhi: come falene si fissano a questo schermo, a questa luminosità virtuale che sola permette la visibilità dei miei sguardi a me stessa e al mondo con cui li condivido.

Ardono e bruciano ancora di più quando li rivolgo al mio interno.
Piangono al mio posto, i miei occhi: piangono le lacrime che io vorrei trattenere.

Sfidano i contorni del mondo, che sempre più sfumano uno nell'altro e si sdoppiano: poveri miei occhi, che continuano il loro cammino generoso in questo labirinto che si fa via via più silenzioso.

Solo la mia anima, credo, avrà la forza per sorreggerli.

Villa Panza - Varese

mercoledì 1 aprile 2015

La terza foto

Esplorazioni

Ci sono due foto nei miei occhi.
A sinistra un cane e il suo naso
assaporano luci su selciati di ombre.
C'è odore di oscurità,
un sentore di gabbia e guinzaglio.
Ma nel sole al mattino
un presagio si può anche ignorare.
A destra un piccolo uomo esplora
il dipinto di vita e di morte:
si chiederà, forse,
il nome del pittore
il perché dei suoi gesti a colori.
Un giorno ricorderà ogni domanda
come un sogno lontano.
Io vengo per ultima.
Sono la foto che non c'è.
L'invisibile scatto di ogni giorno.
Mutevole immagine del tempo nel Tempo.
Nella camera oscura del cuore
mi vado formando di sguardi e silenzio.


Riyueren


Esplorazioni


Io sono la terza foto di due: essere invisibile non significa non esistere. La farfalla chiusa nel suo bozzolo, non più bruco e non ancora farfalla è un presente in divenire... esattamente come una fotografia. Che uno scatto "fermi" in qualche modo un qualcosa o un qualcuno è una pia illusione (non certo mia, però).
Un'immagine non è che un inizio, un brodo primordiale di luci e di ombre, talvolta soffuse di colori, talvolta nude.
Un big bang del cuore: da quell'esplosione stellare nascono altri sguardi, altri mondi...altri percorsi.
Ogni fotografia si avvolge nel suo bozzolo, poi trova le sue ali e vola via, portandoti con sé.
Cresce, ti sgretola, come una piantina sa fare con l'asfalto.
Poi fiorisce.
E ci sei tu, sulla sommità del suo stelo.

Major Arcana: Strength