lunedì 27 febbraio 2012

Ritorno a casa

Come un Pierrot

Vado all'Oscuro e la mia voce sogna:
ogni mio suono, lucciola fedele,
dirada il Buio a brivido di stelle.

Riyueren

Tramonto a Venezia


... ogni tanto io mi allontano dalla casa che sono, quella in cui "mi abito" da quando mi conosco. Accade sempre all'improvviso: una parola o un silenzio di troppo, non miei, ed io esco sbattendo la porta...  in faccia a me stessa.
Per fortuna la mia casa è molto paziente: aspetta che io torni e quando sto fuori troppo a lungo...  mi chiama, in quei modi che solo lei conosce: un tramonto, un fiore, un pettirosso amico.
È bello sapere che qualcuno ti aspetta, ha fiducia in te, sa che non perderai mai la strada per tornare.

Pettirosso

domenica 26 febbraio 2012

Le Frittelle della Felicità

Le frittelle della Felicità


Sarà colpa (o merito) delle mie ultime letture, ma mi è venuto in mente di recuperare un vecchio post di Innerland.

Perché la mia ricetta della Frittelle della Felicità? e perché riproporla proprio ora?

Nella cucina della vita temo di non essere mai stata un'ottima cuoca ... molto spesso ho lasciato bruciare le mie ricette, a volte quando erano ancora sulla carta.

Ma c'è una bambina affamata, qui dentro, una bambina che ha bisogno di imparare a farsi da mangiare, dopo che ha capito di avere dentro di sé tutti gli ingredienti necessari... già, non deve neppure andarli a comprare.

Dentro molti di noi ci sono dei bambini feriti, bambini di cui solo noi possiamo prenderci cura.

Questa ricetta è per noi. Per tutti noi: una vecchia ricetta (è del 2008) di cui solo ora ho compreso l'importanza. Non voglio e non devo tenerla per me soltanto. Soltanto le foto sono nuove, scattate appositamente :))

Le frittelle della felicità


LE FRITTELLE DELLA FELICITA'

Si prende la ciotola del cuore e si versa dentro il latte dei Ricordi Belli, aggiungendo a poco a poco la farina dell’Ottimismo, accarezzando dolcemente col cucchiaio dei Sogni sino ad ottenere un impasto omogeneo di sufficiente tenerezza.

A questo punto si aggiunge un pizzico di sale di Speranza e due pizzichi di bicarbonato di Autoironia ( che dà al composto il sorriso necessario per renderlo leggero e in grado di far volare la fantasia di chi lo mangia).

Una volta comparse in superficie le bollicine dell’allegria, si mette a scaldare sul fuoco della volontà la padella dell’anima, ricordandosi di mettere dentro una quantità sufficiente di olio dell’Autostima, per fare in modo che le frittelle non brucino e la padella non si rovini.

Sempre col cucchiaio dei Sognisi abbraccia una piccola quantità del composto e la si lascia cadere nell’olio dell’Autostima che deve essere ben caldo.

Si ripete l’operazione sino a quando non si avrà un numero sufficiente di sorrisi che sfrigolano in padella ( l’anima deve essere piena di sorrisi in cottura).

Dopo averle fatte sorridere da una parte e dall’altra, le Frittelle della Felicità sono pronte.

Bisogna solo adagiarle sulla carta assorbente della Consapevolezza, per togliere l’eccesso di olio di Autostima che potrebbe appesantirle di troppa presunzione e risultare indigesto.

Solo così le frittelle saranno altamente nutrienti e digeribili.

Possono essere conservate a lungo nella memoria, nella Scatola delle Carezze, e poi tirate fuori per sgranocchiarle quando occorre.

Si possono mangiare a volontà: ingrasseranno solo le risate.

Riyueren
                                                                                                  
ps. io ho scattato le foto, mio marito ha cucinato quella meraviglia ( a riprova che la mia ricetta "funziona" ;)))  ... trattasi di frittelle... contagiose ^__^

mercoledì 22 febbraio 2012

Libri, viaggio, neve e parole...

In viaggio per Venezia


Era neve e aveva molti nomi
e nel suo bianco c'erano colori,
uno per ogni luce ed ogni ombra
-nuvole e rami e i pezzi del mio cielo-
ne custodiva i corpi come semi
per restituirmi ad altre primavere.

Del suo silenzio ha fatto la mia voce.

Riyueren


In viaggio per Venezia


... ho appena terminato di leggere un libro: "Gli antichi insegnamenti dei nativi americani" scritto da Manitonquat, chiamato anche "Medicine Story" Ed. Terra Nuova. Preferisco il titolo in inglese: "The original instructions"...è un libro che parla al cuore e lo fa in maniera semplice e chiara.

Non ho ancora terminato di rileggere "Donne che corrono coi lupi"...e anche il libro di Manitonquat l'ho letto a più riprese.

Forse ho imparato la pazienza.

In viaggio per Venezia


Una volta leggevo i libri tutti d'un fiato, specialmente se mi piacevano..e mi piacevano soprattutto quando avevano per me parole buone, insegnamenti, quelli che avrei voluto ricevere dalle persone a me più vicine e purtroppo non ho avuto.

Ora ho capito che i libri sono amici e maestri...ci devi stare in compagnia, ascoltarli e anche parlare con loro...non puoi incontrarli una volta e poi ignorarli per sempre.

È così che sto leggendo ultimamente, per questo ci impiego tanto.

In viaggio per Venezia

Io vado avanti nel mio viaggio, vivo... e quando riprendo in mano il libro... ecco che le parole che trovo sono proprio quelle adatte a quel mio preciso momento, come se io silenziosamente avessi posto delle domande e qualcuno mi rispondesse. 

In viaggio per Venezia



Questo post avrebbe dovuto essere un post sul Viaggio, dal momento che lo sto "illustrando" con le foto scattate (al solito) dal pullman in corsa verso Venezia e il suo Carnevale.

In realtà non mi sono allontanata molto da quello che volevo dirvi e offrirvi.

La stessa disposizione del cuore che sto impiegando per i libri vale anche per il mondo che mi circonda.

E così ho scritto sul mio blogfoto in wordpress:

"… quello che veramente conta in un viaggio non è la meta, ma la sua anima, cioè quello che gli occhi del tuo cuore vedono anche dal finestrino di un pullman. All’interno di un viaggio ce ne sono molti altri … sono viaggi all’interno di te.  Il sole che sorge fra i campi innevati non è diverso da quello che sorge nei tuoi pensieri: un dono di luce, di colori e di ombre."


In viaggio per Venezia


Tutto è Viaggio, tutto: siamo noi la meta, il percorso per arrivarci, il viandante,  ed anche gli alberi, la neve, i colori dell'alba.

Manitonquat parlerebbe del Cerchio di cui facciamo parte...un Cerchio Infinito.


In viaggio per Venezia

venerdì 17 febbraio 2012

Concerto a favore degli alluvionati di Genova

Domenica 19 Febbraio 2012, ore 17


Concerto a favore
degli alluvionati di Genova


“Ensemble dell’Accademia Flautistica di Genova”
Maestro Concertatore
Prof.ssa Giovanna Savino
Presentazione a cura della
Prof.ssa Carla Casanova
Sala Quadrivium
Piazza Santa Marta, 2.Genova

Concerto


Ingresso Euro 10.00
L’Incasso sarà devoluto in beneficenza.

  Concerto organizzato dall’Associazione Culturale
“Liguria Eventi"
 In collaborazione con l’Ufficio per la Cultura
 e Caritas Diocesana dell’Arcidiocesi di Genova

“Ensemble Flautistica di Genova”
Diretta dalla Prof.ssa Giovanna Savino
Collabora l’Associazione “Musicamica”

Presidente Dott.ssa Anna Brugnara
Direttore Artistico e Vice Presidente
Prof.ssa Carla Casanova


Programma


J.B.De Boismortier      Concerto per cinque flauti

Flauti: Giovanna Savino-Davide Calcagno-
Federico Vallerga-Giulia Serra- Giulia Carlini.

W.A.Mozart                Quartetto per flauti e archi
Flauto: Giovanna Savino
Violino: Barbara Bosio
Viola: Maddalena Vitali
Violoncello: Felicina Pellosu

W.A.Mozart                dall’Opera “Il Flauto Magico”
      (trascrizione per quattro flauti)
Flauti: Giovanna Savino-Federico Vallerga-
              Davide Calcagno- Giulia Serra.

W.A.Mozart                 “Mozartiana”
Marcia- Dissonanze- Serenata
ROSSINI-VERDI-BIZET “Opera”
(Trascrizione-elaborazione per ensemble di flauti
del Maestro Raffaele Cecconi
Ottavini: Davide Calcagno, Federico Vallerga,
flauti: Giulia Serra, Giulia Carlini, Valeria Agrosì,
Giulia Volpi, Silvia Nuti, Valentina Pacelli,
 Sara Brocato
Flauto in Sol: Nicole Olivieri
Flauto basso: Rosy Fiorillo
Maestro Concertatore: Giovanna Savino.

L’Ensemble dell’Accademia Flautistica di Genova, svolge attività di ricerca nel repertorio flautistico coinvolgendo musicisti di alto livello internazionale. Ha al suo attivo numerosi concerti. Importanti compositori hanno composto e dedicato musiche all’Ensemble flautistica.

La flautista Giovanna Savino, diplomata presso il Conservatorio N. Paganini di Genova,ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali. Ha effettuato registrazioni per la BBS e inciso per varie reti televisive. E’ fondatrice dell’Associazione “Musicamica” e tiene vari corsi di perfezionamento, collaborando anche con teatri lirici e sinfonici.

Raffaele Cecconi,  compositore ligure, ha svolto attività concertistiche e artistiche per i più importanti Enti Lirici e Teatri Stabili. La sua produzione compositiva è stata eseguita in tutto il mondo. Ha collaborato con importanti orchestre e famosi direttori. Sue composizioni sono state eseguite anche al Festival del Compositore “La Classica” organizzato dall’Associazione Culturale “ Liguria Eventi “ a Palazzo Tursi.   Vive e lavora a Genova.

martedì 14 febbraio 2012

You're my Funny Valentine

You're my Funny Valentine


Donami una felicità piccola,

così piccola che nessuno la veda e ne sia invidioso

così piccola che nessuno voglia portarcela via

così piccola che sia soltanto nostra

così piccola che possa stare nella tua mano e nella mia

quando le nostre mani sono insieme.

Riyueren

lunedì 13 febbraio 2012

Una danza per gli occhi, volo di libertà

Segni


Occhi farfalla
Danzano sui colori.
Volo di Luce.

Riyueren

... mentre i miei occhi imparano a danzare, qualcosa dentro me si libera: da questo comprendo che prima non ero libera come credevo di essere.

Freedom flights


 Oggi pomeriggio ho seguito il mio istinto: con Milady abbracciata al mio collo ho sceso quei pochi gradini che separano casa mia dal regno della Natura... in realtà una specie di boscaglia dove una volta giocavano i bambini del palazzo, tutti ormai cresciuti, come mio figlio Giovanni. Gli scivoli sono abbandonati, rotti e arrugginiti, delle altalene sono rimaste soltanto le catene attorcigliate ai tubi di ferro.
Sembra impossibile, incredibile, ma a pochi passi da me ho un mondo selvaggio, incontaminato, puro.
Qui in tanti anni, a seconda delle stagioni, ho visto:ricci, serpenti,merli,ghiandaie,gabbiani,gazze,un'upupa,cardellini,rondini,fringuelli,rondini montane, un picchio, dei pappagalli, una raganella, migliaia di lucciole...

Oggi ho incontrato lui...o sarà una lei...chi lo sa?

Freedom 2

Devo confessare che è bello essere adottata da un pettirosso così tenero.


Friendship

Gli ho scattato diverse foto, mentre mi svolazzava attorno, poi sono corsa in casa a prendere un sacchetto con i semi per uccellini.

Natural frame

Era andato via, ma appena l'ho chiamato - ho provato a fischiare e cinguettare - è tornato subito e per poco non s'infilava dentro al sacchetto dei semini.

my little robin


Allora mi sono messa un po' a cantare, un po' a parlare...gli ho praticamente recitato quella splendida poesia che Gibran gli aveva dedicato (e che ricopio da Innerland)

IL PETTIROSSO (K.Gibran)

O pettirosso, canta,
che è nel canto il segreto dell'eternità!
Avrei voluto essere come sei tu,
libero da prigioni e catene..
Avrei voluto essere come sei tu...
anima che si libra sulle valli
libando la luce come vino da ineffabili coppe.
Avrei voluto essere come sei tu,
innocente, pago e felice,
ignaro del futuro e immemore del passato... 
Avrei voluto essere come sei tu,
per la tua bellezza, la tua leggiadria
e la tua eleganza,
con le ali asperse della rugiada
che regala il vento
Avrei voluto essere come sei tu,
un pensiero che fluttua sopra la terra
ed effondere i miei canti
tra la foresta e il cielo...
O pettirosso, canta,
dissipa l'ansia ch'io sento!
Io odo la voce che è dentro la tua voce
e sussurra al mio orecchio segreto.


Gli ho detto che io non posso sentirlo: sembrava che mi capisse.


Curiosità


E alla fine mi sono trovata a scattare foto e a piangere: per la sua Bellezza, perché dal beccuccio aperto capivo che stava cantando e io non lo sentivo, perché era troppo fiducioso e qui ci sono troppi gatti in giro e perché i versi di Gibran mi risuonavano nell'anima.

Domani tornerò a dargli da mangiare. Spero tanto di ritrovarlo.
Vorrei ancora, guardandolo, capire di più la vera Bellezza e la vera Libertà.

Nella luce

sabato 11 febbraio 2012

Orizzonti... e una panchina per tutte le stagioni

In front of the bench


Mi avvicino, a volte e non per sempre
ma più spesso m'immergo in lontananze.
Cerco quello che sono e conoscevo:
sogni a scogliera sopra l'io profondo,
e l'orizzonte dove canta il Tempo,
boschi di luce intrisi e di silenzi,
ragnatele marine e sassi d'alba,
fiumi nascosti a navigare il cuore;
piuma selvaggia di preziosi voli,
ero un tesoro in me, m'hanno rubata.

Riyueren

Over the bench


... quando si lavora su se stessi si finisce per arrivare a certi nodi, grovigli di emozioni e ricordi: occorre pettinare, sperando di non strappare proprio tutto, capelli, pensieri... e magari anche la testa.

Bench in the mist


... quello che ho scritto lì sopra fa parte del "lasciar andare", una delle cose che sto imparando dopo averne apprese altre come al solito a mie spese: questa è decisamente più piacevole, soprattutto perché ha a che fare con il riconoscimento della mia essenza.

The bench


Di solito le mie immagini, insieme alle parole che trovo in me, servono a dare forma, contenere, abbracciare, quelle che altrimenti resterebbero sensazioni e, come in questo caso, nodi... in fondo sto pettinando la mia anima e lo faccio in modo sacro, come un rituale, raccogliendomi in me stessa... così ecco, per me ma anche per voi, le immagini del luogo che amo di più. La "mia" panchina, fotografata quasi in ogni stagione. 

The bench

Il motivo è semplice: questa è stagione di orizzonti e insieme di sosta. Una pausa di introspezione, come quando faccio palming.
Una pausa dalla vita quotidiana ... pausa che si traduce in un viaggio interiore, un volo ad occhi chiusi, sì, ma ben spalancati alle visioni interiori.
Galaverna


Sto rileggendo anche "Donne che corrono coi lupi": è la terza volta.
Sono arrivata ad un punto alla fine del secondo capitolo:"...quando la vita dell'anima è minacciata, non è soltanto accettabile tirare una riga: è indispensabile". Subito sotto ci sono delle parole che ho aggiunto - di solito non scrivo mai sui libri - :  "tiro anch'io una riga, oggi"..e ci sono anche le date, perché l'avevo già scritta due volte: 1996 e 1999... ricordo benissimo quei "nodi".
Ho riscritto la stessa frase anche quest'anno, subito sotto alle altre due, e ho messo la data: 2012.

In front of the bench

La prima volta avevo scritto a matita, la seconda a penna, ma la grafia era esile e incerta. Stavolta ho scritto con mano ferma e decisa. Non si torna indietro: vado avanti, continuo a "pettinare".
A lasciar cadere i pesi.

In front of the bench

giovedì 9 febbraio 2012

Per te: Buon Compleanno!

Compleanno!

Ricordi questa foto?L'hai scattata tu: eravamo a Tiglieto nella neve, tanti anni fa.

Hai sempre detto che ti piaceva come ti guardavo..L'ho sistemata un po': il mio sguardo oggi è quello di allora, anche se non ho più 22 anni (tu ne avevi 41)...ormai sono 32 anni che ci conosciamo e 31 che stiamo insieme.

1979

Per te, che vai a dormire prima mentre io sistemo le foto al pc e ti addormenti sul mio pigiama per scaldarmelo.

Per te, che se c'è un boccone più grande preferisci lasciarmi quello e se c'è rimasto un solo cioccolatino o un ultimo pezzo di qualcosa vuoi sempre che lo abbia io.

Per te, che parli poco  ma sei sempre pronto ad aiutare ed hai sempre le mani calde come il tuo cuore.

Per te, che mi hai dato un figlio meraviglioso.

Per te, che sempre rimani ... quando tutto attorno svanisce.
Antonio

Per te, io sono qui.


2009..."Evergreen" (Williams-Streisand)

martedì 7 febbraio 2012

No longer needed... (non serve più)

Abandoned...no longer needed


Percorro il mio silenzio lungo il volto
Mani sugli occhi, cuore sulle labbra...
e senza rughe saranno i miei canti.

"Città" è solitudine a colori
è la tristezza grigia delle case,
il verde ammutolito delle foglie
rampicanti di ruggine sui rami.

Qui si trasforma un dono in un rifiuto
e quando più non serve, anche il ricordo.

Riyueren

Abandoned...no longer needed


Le parole e le immagini conducono visioni e danno forma a canti silenziosi.
Sono canti senza rughe, perché il loro suono si fa strada all'interno di noi e sul volto non ne rimangono orme.
Io non getto mai i miei ricordi: li accolgo come un dono, sempre, diversamente da come spesso accade nelle nostre città a disumana misura.

Abandoned...no longer needed


Trovo sempre pupazzi buttati via e purtroppo sono sempre troppo grandi per poterli ospitare a casa mia, allora li fotografo, che è l'unico modo che conosco per conservarli e portarmeli dietro.
(Sono molte le "cose" che vengono "gettate" quando non servono più, molto spesso sono cose che non si vedono ad occhio nudo ... ad anima nuda sì, invece.. e ti accorgi che può trattarsi anche di persone).

Abandoned...no longer needed


L'ho trovato così, abbandonato tra queste case vicine a dove abito anch'io. Periferia, già, "zona di frontiera", "case dormitorio"... I ghetti esistono ancora: vengono messe "etichette" su ogni cosa, senza riflettere se questa cosa ha un nome, una storia, un cuore da raccontare.

Città


Ma la cornice della natura è sempre bellissima: proprio qui, in mezzo al cemento... 

Case


qui più che altrove le radici crescono in robustezza e sanno andare in cerca di acqua e nutrimento.

Case

"Mai Dimenticherò" - mostra fotografica di Paolo Zannini

Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini

Un post "velocissimo", essenzialmente per gli amici genovesi, che non si perdano questa mostra fotografica del mio amico Paolo Zannini, a Sestri Ponente.

Lascio che a parlare sia lui:


Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini


Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini


Ieri sono stata all'inaugurazione e così ho anche potuto vedere il video che Paolo ha realizzato con le sue foto e con altri documenti storici.

Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini

Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini

E per gli amici lontani: date un'occhiata al link al suo sito: vedrete foto bellissime. ( a riprova che l'arte ha a che fare con l'anima più che con la tecnologia).

sabato 4 febbraio 2012

Dialogo nel Buio

Dialogo nel Buio

Nell'Oscurità,
Parole luminose.
Dialoga il Cuore.

Riyueren

"Vi porto con me"... quando trovate queste parole, sapete già che ho visto qualcosa di bello (solitamente una mostra) e lo voglio condividere con voi.
Ma questa volta si tratta di un'esperienza molto particolare. Spezzeremo insieme il pane della Bellezza e lo mangeremo ... al buio! ( e non sto scherzando, leggete e capirete perché ho scritto così).

Dialogo nel Buio


Ho scattato foto, ma solo alla struttura esterna di questa mostra così singolare ... fotografarne l'interno mi sarebbe stato impossibile, non tanto per ottenere il permesso, quanto perché il buio è un soggetto troppo difficile.
In realtà non è una mostra, ma un percorso: meglio ancora, come dice il titolo, è un "Dialogo nel buio".
Sapete che sarei in grado di descrivervi esattamente tutto il percorso. Non lo farò: credo sia meglio farvi venire voglia di viverla direttamente, quest'esperienza, in prima persona.
E come farò? così, attraverso le parole:

Dialogo nel Buio


"Tu, tu che ci vedi, non entrare subito, non arrivare puntuale, all'ora in cui hai prenotato ... arriva un po' prima: prenditi il tempo per girare attorno alla struttura che accoglierà i tuoi passi e quella parte di te che forse ignori.
Tu, che credi di saper vedere, perché sai che puoi affidarti ai tuoi occhi, leggi quello che c'è scritto: è un dono che ti viene fatto, quello che ti aiuta a capire il dono che hai, la vista, e anche gli altri doni che sicuramente non sai di avere.

Dialogo nel Buio

Quando entri nel buio, quando passi al di là delle tende nere, troverai una voce ad accoglierti, quella della tua guida: solo un non vedente può aiutarti a vedere nell'oscurità.

Io mi sono fidata, affidata, alla voce di Daniele.

Così, immersi nel buio, ti accorgi che ci sono molti modi per vedere, modi "altri".

Ti accorgi che le tue mani possono vedere, che i profumi possono guidarti, che i tuoi piedi ci vedono, nonostante la suola delle scarpe ... e quindi percorrendo gli orli di un tappeto tu "sai" di essere nel mezzo di una stanza.

Dialogo nel Buio


Si entra a piccoli gruppi: nel mio eravamo in 5, non conoscevo nessuno, ma nel buio si crea una specie di legame, invisibile e luminoso al tempo stesso. 


Avanziamo in fila indiana, legati alle nostre voci, ai nostri silenzi, alle nostre esclamazioni di sorpresa quando le mani danno forma ad oggetti conosciuti, mentre la voce rassicurante di Daniele ci accompagna tra i vari ambienti  che lui c'invita a scoprire. 


Ed è sempre lui che ci serve al bar. 


Seduta al buio sulle panche (invisibili, sì, ma ben presenti nella loro forma e materialità davanti al bancone) io mangio la barretta di cioccolato con le nocciole che ho acquistato (Daniele mi ha rilasciato lo scontrino fiscale, "battuto" al buio anche quello): mai avevo assaggiato una cosa così buona... forse perché ho scartato il suo involucro cercando con le mani il modo per aprirlo, perché ho sentito il suo profumo intenso, perchè il mio corpo era libero di vedere, assaporare, in un modo diverso, di "essere corpo" in un modo alternativo a quello solito.

"Ah, lei ha preso del cioccolato" mi dice una dei miei "compagni di percorso". Si vede che il mio respiro sa di cioccolato. Ed io il suo sorriso lo vedo, sì, lo "vedo" anche se siamo al buio.

Alla fine del percorso, 45 minuti sono volati via, "perché al buio il tempo scorre diversamente" - ci rivela Daniele.

Ritorniamo alla luce, decisamente troppo forte: la nostra guida ci avverte di tenere gli occhi bassi e di uscire con calma.

Torniamo nel nostro mondo di "vedenti" e siamo sicuramente più ricchi. Abbiamo ricevuto molti doni.

Io posso dire semplicemente che ho "visto" me stessa e che nel buio non si può nascondere nulla: non ti puoi nascondere al buio, è l'oscurità che meglio rivela chi sei."

Dialogo nel Buio


Ringrazio l'Istituto Chiossone per avermi dato il permesso di descrivere qui la mia esperienza.

E a te, Daniele, perché spero tanto tu abbia un pc predisposto, dico "grazie, di cuore" e anche "scusami" perché non ho avuto modo di salutarti come volevo: era già pronto per te un altro gruppo di visitatori ed io dovevo pagare alla cassa quello che avevo consumato al bar... tutto perché i miei pantaloni non avevano le tasche: quando andrete a "Dialogo nel buio" ( avete tempo sino al 1 Luglio), ricordatevi che le tasche vi servono assolutamente, dovete metterci gli spiccioli per poter pagare direttamente al bar, dal momento che durante la visita è necessario avere le mani libere (borse, cappotti, occhiali... vanno depositati in appositi armadietti all'ingresso: tranquilli, li chiudete voi e la chiave potete metterla al collo, è legata con un nastro).

Programmate una visita, "Dialogo nel buio"* è in Piazza Caricamento, quasi di fronte all'Acquario: sono sicura che se visiterete entrambi nella stessa giornata, proprio perché sono due mondi diversi, la vostra "vista" migliorerà, soprattutto quella interiore. E se riuscite ad aggiungerci anche la mostra su Van Gogh e Gauguin ...

Dialogo nel Buio

* Dialogo nel Buio è un marchio Dialogue Social Enterprise (vi invito a visitare anche questo sito, io l'ho fatto: è interessantissimo, non sapevo che esistessero anche "Dialoghi nel Silenzio"... qui potrei fare io da guida, ma solo per certi aspetti - mi riferisco all'ipoacusia - dal momento che amo anche troppo parlare - Daniele lo sa).