giovedì 27 marzo 2014

Fotopoesie (di Luce e di Foglia)

Fotopoesia

Bacia il mio sguardo
un silenzio di luci.
Il fiume scorre.

Alba preziosa e muta,
sempre più chiaro è il passo.


Riyueren

Incredibile come il silenzio della luce al mattino riesca a parlare all'anima.

Incredibile come una semplice immagine possa entrarti dentro, prima e dopo lo scatto fotografico.

Incredibile come riesca a rivelarti cose di te che erano come sospese nell'aria (o nel tuo cuore).

Anche questa è bellezza. E scorre come un fiume.

Mentre il tuo sguardo scorre a sua volta, magari attraverso la fragilità di una foglia.

Foglia d'albero e foglia di carne.


Fotopoesia

Una foglia frammenta il mio sguardo
la sua mano mi legge nel cuore.
Foglia d'albero e foglia di carne
una stessa radice ci nutre.
Siamo entrambe sorprese sul vento
che implacabile spira dai sogni.
Dove andiamo nessuna si chiede:
le domande somigliano ai ragni
in silenzio catturano i giorni
e ti succhiano a sangue il futuro.
Questo volo è comunque una danza:
ogni passo ha con sé una risposta.
Al di là sono trine di cielo
e merletti di nuvole e voci.


Riyueren

sabato 8 marzo 2014

Per la mia festa

Fior di pruno

Non voglio morire prima d'esser morta,
sarebbe un morire troppo lungo:
non voglio vedere l'agonia dei sogni
cadere come polvere sull'alba.
Inevitabile, morire, ed io lo riconosco
ma lasciatemi morire di vita,
non voglio cure per questa malattia.
Prima che i miei occhi
si chiudano per sempre
lasciatemi spazi di luce,
che io possa vedere l'amore.
Prima che i miei passi
si arrestino per sempre,
lasciatemi la riva del mare,
che io possa incontrare l'orizzonte.
Prima che la mia voce
taccia per sempre,
lasciatemi libera la bocca,
che io possa cantare i miei silenzi.

Riyueren





Fotopoesia

giovedì 6 marzo 2014

Non esattamente un video...

Portrait with feather

Non componevo un video con le mie foto da parecchio tempo. Era notte inoltrata quando ho fatto questo tentativo: realizzare un filmato tutto con le mie fotopoesie.

Avevo gli elementi necessari, ero riuscita persino a trovare una musica, insomma, tutto era a posto, tutto normale.

Ho cominciato a costruire il video poco per volta e ad un tratto mi sono resa conto che, pur nella sua imperfezione, stava diventando qualcosa di diverso.

I singoli componenti, le foto, le parole sulle foto, la musica...le animazioni stesse che via via andavo trovando, i vari tipi di transizioni... non erano il risultato di una semplice unione di elementi... ma un qualcosa di più.

Alla fine mi sono resa conto che stavo ricomponendo non un video, ma dei frammenti: parti di me andate disperse ma soprattutto anche parti di me che non conoscevo e altre che non ricordavo.

"Il Tutto è maggiore della somma delle sue parti".


sabato 1 marzo 2014

Il treno

Il treno

"Al di qua del finestrino del treno in corsa c'è un paio di occhiali. Il vetro non è molto pulito, per cui la campagna non è poi così limpida come dovrebbe. Quale vetro? un poco anche quello degli occhiali. Ma al di qua del vetro degli occhiali in corsa lo sguardo è limpido e pulito abbastanza da pulire anche quello che gli corre davanti: la campagna, il finestrino...gli occhiali stessi.

Al di qua dello sguardo pulito c'è una bambina: non conosce ancora tutte le parole, un giorno le troverà e ci correrà sopra come il treno fa con i binari. Per ora c'è soltanto il silenzio degli occhi spalancati sopra un mondo che corre.

La bambina sul treno sta aspettando di salutare un amico e vuole essere sicura di vederlo bene, perché il treno non si ferma quasi mai, rallenta soltanto, alla stazione di Granara: il loro incontro è sempre troppo veloce.

I genitori della bambina non sanno di quel momento così atteso, così ricolmo di magia... un attimo sospeso tra la realtà e la fiaba: continuano i loro discorsi adulti... non guardano dal finestrino, non vedono la campagna, i vetri sporchi, gli occhiali, la bambina...forse non vedono neppure il treno su cui stanno seduti..

Ecco, il treno ha rallentato l'andatura, la bambina si avvicina al finestrino, il suo naso quasi si schiaccia contro il vetro: la stazione di Granara scivola via e il suo amico è lì, immediatamente dopo, al suo posto, come sempre... e come sempre la saluta.

In primavera i suoi lunghi rami sono tutti verdi, sono come braccia. Quasi accarezzano il finestrino. Sono rami in corsa.

C'è stato un tempo in cui guardavo dai finestrini del treno ed il mio sguardo era senza parole. Un tempo in cui ero bambina. Un tempo in cui avevo un salice per amico."


Salice

Oggi solo il mio sguardo è ancora bambino, le mie parole corrono molto spesso fuori dai binari, ho una fotocamera. 

Alla stazione di Granara è rimasta un'aiuola con al centro un ceppo d'albero.

Amo ancora i salici.

Salice