domenica 31 ottobre 2010

Samhain (meditazioni durante una passeggiata nel bosco)


Tutto è sacro: la Natura non conosce templi o altri recinti. Siamo noi, nella nostra povertà di visione, ad aver bisogno di allontanarci dal quotidiano, per riuscire a ricreare l’armonia delle origini.

Il rituale dovrebbe essere consuetudine: già il semplice respiro è l’equivalente di un rito. Il passaggio silenzioso dell’aria stabilisce un legame tra gli esseri viventi.

I ricordi sono il respiro che lega i viventi a chi abita dimensioni sconosciute, dove si entra dopo una dura purificazione ed uno stretto passaggio.
Riflessi

Anche camminare diventa un gesto sacro, quando è l’anima a compiere ogni singolo passo.

La mia anima spesso mi guida nei boschi d’autunno.
Erba

 E lo sguardo dell’anima è molto particolare: non osserva intenzionalmente quello che la circonda, non si ferma sui dettagli, si apre completamente ad un tipo di visione molto ampia.
Precious Autumn Leaves

Insomma, diventi come uno specchio e le cose ti si riflettono dentro, tutte quante: in questo modo non ne perdi nemmeno una. (Se diventi acqua calma ti accorgi di ogni minima increspatura sulla tua superficie).

 
Drops

Tu cammini, ed una foglia a terra, caduta insieme a mille altre, chiama proprio te, ti offre le sue gocce preziose, è come la vibrazione di un canto. Potrei dire che la foglia ed io entriamo in risonanza. Io divento la foglia e lei diventa me: ci scopriamo uguali.
Dropping White

Così accade con le foglie come con le persone: non tutti vibriamo alla stessa frequenza.

Certe foglie cantano con me, certe altre no.

Cammino sul sentiero con la mia fotocamera, scatto, ma non sono foto naturalistiche, non ne faccio mai, a dire la verità: io faccio ritratti, sempre, anche quando il soggetto è una foglia. O una pietra.

Shadows Drops

Mi piace guardare in faccia le cose, anzi, no, dovrei dire che mi piace guardare al loro interno: ed è lì che si scopre che siamo tutti uguali, uomini e foglie.

Questa notte, attraverso il velo di pioggia che danza sulle mie finestre, io cercherò di trovare un’apertura.

Cercherò di sollevare un velo sottile per incontrare le ombre. 
 
Danza

 
 Voglio camminare in un bosco diverso da quello che ho visto l’altro ieri, è un bosco interiore. (Ma le immagini sono le stesse delle foto che ho scattato).

Lo spazio sacro, stanotte, è il mio dentro.

Accenderò i ricordi. So già che faranno una luce buona.

Illumineranno il mio Sentiero dei Sogni.

Riyueren
 
Orange and Yellow

giovedì 28 ottobre 2010

Amicizia: a Krishel

Unicorno

Cruna di Stella
Che ricami la Notte,
Cucimi un Sogno.

Passa un filo di Luce
Sopra i buchi del cuore.

Riyueren


Come gli amici viandanti che percorrono le strade della mia terra possono vedere, “qualcosa” è cambiato, su Innerland.

Dietro a tutto questo … una piccola storia … ed un cuore grande che l’ha intrecciata … e non sono io: di questa storia sono semplicemente … la cantadora, colei che la canta, nient’altro.

Questa “piccola storia” è per te, cara Krishel che l’hai ispirata, così come sono per te il Tanka “Cruna Di Stella” e la Foto Incantata dell’Unicorno Magico (magica, veramente, perché è una femmina).

Io voglio che tutti, passando da qui, sappiano che la vera amicizia esiste, anche nel mondo virtuale.

 Una telefonata.

“Ciao, Susi, come stai?Ho letto il tuo ultimo post, come vanno i tuoi occhi?”

Non è facile, per me, parlare a voce,spiegare le cose, dire quello che ho dentro, non lo è mai stato … niente di speciale, penso accada un po’ a tutti … me la cavo meglio scrivendo … anche perché molte volte un foglio diventa una coperta di Linus che ti protegge dai freddi venti del mondo.

“Sai, perché, mentre leggevo dei tuoi problemi alla vista, ho pensato che ti saresti trovata in difficoltà col tuo template così scuro”

“Beh, sì, in effetti, faccio un po’ di fatica”

“Senti, io avrei pensato una cosa … se a te non dispiace”

“???”

“Io potrei farti un template col fondo chiaro, ho già trovato un’immagine che, non appena l’ho vista, mi son detta … è la sua”

E così io scopro di avere un’amica dal cuore immenso, che mi fa entrare in un suo spazio privato, dove trovo in prova un template (e chissà quanto ci ha lavorato) un lupo stupendo (è femmina, vero, Krish?) e un titolo bellissimo percorso dalle sue orme magiche.

“L’amico è il vostro bisogno saziato”: mi vengono in mente queste parole di Gibran.

Tutte le volte che entro "a vedere i lavori” e il lupo bianco mi accoglie e trovo un messaggio di Krishel per me sottoforma di post “dimmi se il colore di fondo va bene” “dimmi tu quale tipo di font vuoi “ … ecco, ho sempre in me le parole di Gibran sull’Amicizia.


Noi andremo via, un giorno, dalla vita e anche da qui, chissà se le nostre parole, le mie e le vostre, cari amici viandanti, resteranno a lungo, nel web … questo io non lo so … sicuramente rimarranno un poco più di noi … se fosse possibile io vorrei che rimanesse questo post, a testimoniare che nel mondo esistono ancora anime belle come quella di Krish. 

 ...aggiunta del 17 Novembre 2011:  mentre salvavo qui questo vecchio post mi sono resa conto che fa riferimento ad un template che forse presto non sarà più nel luogo in cui e per cui è nato.Non importa, quello che davvero conta è testimoniare che l'amiciza e la solidarietà esistono, sono possibili.





 

domenica 24 ottobre 2010

Radici (da Innerland)

Radici


Amo osservare le radici. Le ho sempre amate. Ora amo anche fotografarle.

Mi piace sentire la loro forza dentro ai miei occhi.

Sono così vive … penso alla linfa che scorre e nutre la pianta, dalla corteccia alla piccola foglia, dal ramo alla gemma … e mi sembra di avere anche in me quella linfa, che sa di piogge e di giorni di sole … e forse ha la stessa natura del vento e del mio respiro.

Silenziosamente, le radici mi parlano di terra e di ricordi, dissolvono le mie paure così come allontanano o spezzano le pietre che incontrano: se sono troppo grosse le avvolgono, così che anche le pietre diventano parte dell’albero.

Le radici insegnano la saggezza e lo fanno con pazienza. Stagione dopo stagione.

Mi hanno detto che la malattia è l’inverno del corpo … nell’oscurità, l’anima germoglia le sue gemme, non importa quali mani raccolgono i frutti.


Mi piace seguire le radici con lo sguardo nel loro penetrare il terreno e sparire: io so che continuano il  Cammino.

Le immagino correre attraverso il mondo per arrivare al centro della mia essenza, in quel loro ancorarsi notturno così simile al sogno e all’amore.

Sono pellegrine e vagabonde, radici nomadi che restano (e insieme vanno) per sempre. Mi assomigliano, in questo.

Riyueren



 

giovedì 14 ottobre 2010

Dreamcatcher



Acchiappasogni (Dreamcatcher)




Gocciola avanti al giorno un mondo inquieto,

Anche dell’alba ormai sa fare scempio.
Spoglia di sogni va la Notte, nuda

Ne insegue il passo l’ultimo lampione.

Delle parole restano i colori,

Mentre il Silenzio ne protegge l’ombra

Su questa pelle dove sorge il sole.

È troppo chiaro il vento sul riflesso

E troppo increspa l’eco del mio sguardo.

Così rimango ad asciugare i giorni

Uno sull’altro,pioggia dopo pioggia.

 Riyueren

 ... è sempre così: più tu insegui qualcosa, più quel qualcosa ti sfugge.

Molto spesso i pensieri non amano le parole, le vedono come guinzagli (e non sempre rispettosi della loro libertà di volo).

Le emozioni, poi, sono come animali selvaggi: scappano via, ma quando meno te l’aspetti, eccole lì, al tuo risveglio, ad annusarti per bene e decidere che sei un innocuo compagno di giochi.


 
... Camminare i sogni per catturare la realtà. Un cerchio non ha inizio né fine, e l'orizzonte s'inchina tra mare e cielo, una curva che guida il tuo sguardo verso l'infinito. Non c'è un dove o un quando, un sopra o un sotto, ma c'è...Tutto.

Al centro ... l'anima, sorgente e oceano insieme.

L'anima, essenza che cattura e a sua volta viene catturata da tutto quello che coglie nel suo interno.

L'Acchiappasogni è una delle porte del silenzio: della sua rete l’anima è il centro, ma anche ogni singola goccia di rugiada che riluce sui fili.


 (E sono rugiada anche i sogni. Ed è sogno l'anima).

venerdì 8 ottobre 2010

Effimera

Quest’immagine di un piccolo essere alato nasconde non una, ma due piccole storie. Ve le voglio raccontare stasera … e metterò la tag “notturno”, come è giusto che sia, soprattutto per le favole, quelle che si raccontano di notte, prima di cominciare a sognare. Sono due favole ... vere.

 
Effimera


Cammino per volare
Perché la strada è cielo, e la mia vita
È un cuore d’acqua che non puoi fermare.

Riyueren
Il mio cuore d'acqua


Avevo già notato quella piccola “effimera” verde volare per casa.

Ieri pomeriggio l’ho vista posata sul davanzale, in cucina. La finestra era chiusa, non poteva volare via … così ho fatto una corsa in camera mia, ho strappato Milady al sonno del giusto, le ho infilato sull’obiettivo una lente addizionale +4 e ho cominciato a scattare foto.

Ho cacciato Sunny dalla sua postazione alla finestra per paura che la schiacciasse con le zampe.

Io non mi sono accorta che lei era già “volata” altrove e che mi aveva lasciato sul davanzale solo un involucro.

Credo che tutto quello che ci circonda abbia un’anima, anche se a noi sembra inanimato solo perché non è come noi, e magari parla un linguaggio diverso.

Credo che all’interno di tutto, anche di quelle che noi chiamiamo “cose” ci sia una danza, una vibrazione, un suono di vita.

Non mi sono accorta di aver fotografato il vero silenzio.

… allora in post produzione, ho cercato di trasmettere il senso di tutto questo, e forse anche di far vedere dove può essere andata, quella piccola “effimera” verde.


 La seconda storia è la mia.

 
Via dalla pazza folla (Venezia)

 
La Natura dà. E la Natura toglie.

Con me è stata generosa: mi ha dato molto.

Forse sapeva già che c’erano cose che mi avrebbe tolto: e allora me ne ha date molte, perché avessi molto da ricordare, una volta che le avessi perdute.


E questo molto me lo sta togliendo lentamente, perché io possa abituarmi all’idea di non averlo più o solo in parte.

Così stasera io la ringrazio per tutto quello che mi ha dato.
Conoscere è meraviglia

Grazie per il senso della solitudine, che forse è l’unico che non mi toglierai: se non lo avessi mai avuto non avrei potuto vederti e amarti in tutto quello che di tuo ho attorno, non avrei potuto scriverne, perché non ci avrei neppure pensato.

Grazie per avermi dato una voce che, almeno sino a quando potrò sentirla, mi permette di cantare come un uccellino quando sento arrivare il sole dopo il temporale.

Hai affinato le mie orecchie ai suoni, alla musica, al canto degli uccelli, che è stato il primo a sparire ma a rimanere intatto nei miei ricordi o nei sogni.

Grazie per i miei occhi, che per un po’ ancora saranno le mie orecchie di riserva, per cogliere i movimenti, anche i più piccoli, e per vedere la luce e percepirla come il suono della tua voce.

Felicità

Io non so perché mi hai fatta così, con una malattia genetica di cui nessuno ancora sa dirmi il nome (e forse non ce l'ha ancora, un nome), né i sintomi ulteriori (prima l’ipoacusia sensoriale, ora la distrofia corneale) .. ma sicuramente avevi i tuoi motivi.

Grazie perché ho come l'impressione che tu stia sostituendo con altri organi di senso più raffinati quelli che mi stai offuscando piano piano.

Imparerò a farne buon uso.
Momenti di gioco sul prato