Tutto è sacro: la Natura non conosce templi o altri recinti. Siamo noi, nella nostra povertà di visione, ad aver bisogno di allontanarci dal quotidiano, per riuscire a ricreare l’armonia delle origini.
Il rituale dovrebbe essere consuetudine: già il semplice respiro è l’equivalente di un rito. Il passaggio silenzioso dell’aria stabilisce un legame tra gli esseri viventi.
I ricordi sono il respiro che lega i viventi a chi abita dimensioni sconosciute, dove si entra dopo una dura purificazione ed uno stretto passaggio.
Anche camminare diventa un gesto sacro, quando è l’anima a compiere ogni singolo passo.
La mia anima spesso mi guida nei boschi d’autunno.
E lo sguardo dell’anima è molto particolare: non osserva intenzionalmente quello che la circonda, non si ferma sui dettagli, si apre completamente ad un tipo di visione molto ampia.
Insomma, diventi come uno specchio e le cose ti si riflettono dentro, tutte quante: in questo modo non ne perdi nemmeno una. (Se diventi acqua calma ti accorgi di ogni minima increspatura sulla tua superficie).
Tu cammini, ed una foglia a terra, caduta insieme a mille altre, chiama proprio te, ti offre le sue gocce preziose, è come la vibrazione di un canto. Potrei dire che la foglia ed io entriamo in risonanza. Io divento la foglia e lei diventa me: ci scopriamo uguali.
Così accade con le foglie come con le persone: non tutti vibriamo alla stessa frequenza.
Certe foglie cantano con me, certe altre no.
Cammino sul sentiero con la mia fotocamera, scatto, ma non sono foto naturalistiche, non ne faccio mai, a dire la verità: io faccio ritratti, sempre, anche quando il soggetto è una foglia. O una pietra.
Mi piace guardare in faccia le cose, anzi, no, dovrei dire che mi piace guardare al loro interno: ed è lì che si scopre che siamo tutti uguali, uomini e foglie.
Questa notte, attraverso il velo di pioggia che danza sulle mie finestre, io cercherò di trovare un’apertura.
Cercherò di sollevare un velo sottile per incontrare le ombre.
Voglio camminare in un bosco diverso da quello che ho visto l’altro ieri, è un bosco interiore. (Ma le immagini sono le stesse delle foto che ho scattato).
Lo spazio sacro, stanotte, è il mio dentro.
Accenderò i ricordi. So già che faranno una luce buona.
Illumineranno il mio Sentiero dei Sogni.
Riyueren
Lo spazio sacro, stanotte, è il mio dentro.
Accenderò i ricordi. So già che faranno una luce buona.
Illumineranno il mio Sentiero dei Sogni.
Riyueren
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