venerdì 30 gennaio 2015

Apertura

Prima del tramonto

Non esistono giorni qualunque. Ogni giorno è sempre straordinario. Ogni giorno, ogni respiro, ogni sguardo, ti aiuta a guadare il fiume della vita, devi solo stare attenta a come posi il pensiero. 

Noi siamo finestre sul cielo. Dovremmo aprirci e lasciare che il cielo entri e si rifletta in noi. E dovremmo riflettere sul cielo, sul vento e sulle nuvole. Siamo così effimeri, siamo un semplice soffio, un riflesso sul vetro.
Dobbiamo accettare anche le nuvole, ogni tempo, ogni stagione. Dobbiamo accettare che la pioggia ci solchi quando magari meno ce l’aspettiamo e ci confonda lo sguardo.
Dobbiamo accettare che venga il buio, il freddo.
Siamo finestre sul cielo. Finestre nate per aprirsi, per spalancarsi al mondo e a se stesse.

Così ho scritto ieri su Mutazioni, così mi trovo a riflettere ancora oggi.

Finestre sul cielo

Quello che veramente conta è l'apertura: certo, aprirsi significa rendersi visibili, esposti nelle nostre zone più intime e proprio per questo più indifese...può anche essere che ci si debba richiudere una volta ancora, nascondersi nel fondo di se stessi per far rimarginare le ferite; può accadere aprendosi al mondo al di fuori di noi, è vero. Del resto io dico sempre:" Come posso sapere che mi devo chiudere se prima non mi apro?".
Ma mai, dico mai, può accadere questo quando ci si apre a noi stessi.

E allora apriamola, questa finestra che siamo, apriamola al mondo esterno e soprattutto a quello interiore.

Finestre sul cielo

Non temo le ferite del mondo: non sono mai mortali, quelle.
Ti restano le cicatrici, specialmente nel cuore, ma se non ci si apre, se non si esce dal bozzolo, se non si distendono le ali... come può volare, l'anima?

Finestre sul cielo

sabato 24 gennaio 2015

Per la Giornata della Memoria

fotopoesia


Verità
Ogni bocca ha il tuo nome
Ogni sguardo ha il tuo velo
Realtà
Io e te soltanto
A sognare un senso
Tra i mille suoni del vero
La parola è apparenza

Riyueren


Branches and thorns



domenica 18 gennaio 2015

Broken angel

Angel broken

Confesso a me stessa
e al mio specchio
che ho molto peccato
in parole, opere ed omissioni.

Per mia solitudine, mia solitudine
mia grandissima solitudine.

Nessun riflesso da supplicare.

Ho portato con me la bambina,
via dalla casa, via dal rumore.

Sulla punta delle dita
ho posato il silenzio:
voglio che l'anima mi abiti piano,
voglio toccarla senza parole.

Tutto il resto è rimasto alle spalle:
il dolore dei suoni, il mio nome,
quelle scarpe di nebbia, le foto,
gli stracci, un profumo di seta.

Ora tengo con me la bambina:
niente più suicidi di sogni.

Riyueren


Lightroots:"Segni di luce nelle stanze dell'io

venerdì 9 gennaio 2015

L'Ospite

Fork's shadow

Io sono l'Ospite.

Dopo un po'
le mie domande puzzano.
Ma se sto in silenzio
a puzzare è il mio sguardo.

Io sono l'Ospite.

Ho ascoltato lacrime,
aggrappata alla nebbia
nel ventre di ogni casa
che ho abitato.

Io sono l'Ospite.

Sono arrivata nuda. 
Mi hanno rivestita di parole.
Non erano su misura.
Mi stringevano da tutte le parti.
Me le sono rivoltate addosso.
Si sono viste le cuciture.
" Soltanto sogni - mi hanno detto -
Prenderai freddo".

Erano così ciechi
da mettermi gli occhiali
per vedermi meglio.
Avrebbero preferito lasciarmi nuda
piuttosto che così mal vestita,
documento muto e vivente
della loro amorevole incuria.

Non sapevano che gli stracci
cuciti di sogni e dolore
sono piume calde.

Non credevano 
che si potesse volare in ogni stagione.

Riyueren


Il viaggio