domenica 24 ottobre 2010

Radici (da Innerland)

Radici


Amo osservare le radici. Le ho sempre amate. Ora amo anche fotografarle.

Mi piace sentire la loro forza dentro ai miei occhi.

Sono così vive … penso alla linfa che scorre e nutre la pianta, dalla corteccia alla piccola foglia, dal ramo alla gemma … e mi sembra di avere anche in me quella linfa, che sa di piogge e di giorni di sole … e forse ha la stessa natura del vento e del mio respiro.

Silenziosamente, le radici mi parlano di terra e di ricordi, dissolvono le mie paure così come allontanano o spezzano le pietre che incontrano: se sono troppo grosse le avvolgono, così che anche le pietre diventano parte dell’albero.

Le radici insegnano la saggezza e lo fanno con pazienza. Stagione dopo stagione.

Mi hanno detto che la malattia è l’inverno del corpo … nell’oscurità, l’anima germoglia le sue gemme, non importa quali mani raccolgono i frutti.


Mi piace seguire le radici con lo sguardo nel loro penetrare il terreno e sparire: io so che continuano il  Cammino.

Le immagino correre attraverso il mondo per arrivare al centro della mia essenza, in quel loro ancorarsi notturno così simile al sogno e all’amore.

Sono pellegrine e vagabonde, radici nomadi che restano (e insieme vanno) per sempre. Mi assomigliano, in questo.

Riyueren



 

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