Le Sonate non sono l’unica branca della produzione pianistica beethoveniana, anche se naturalmente ne costituiscono la parte più rilevante. Un’altra costola di importanza fondamentale è costituita dalle Variazioni: un piccolo gruppo di incisi in cui un tema di qualsivoglia derivazione viene variato secondo diversi canoni musicali. Tra le “prede” di Beethoven, vari brani ed arie d’opera di predecessori (incluso Mozart), ma anche pezzi popolari come God save the Queen e Rule Britannia. Citazione particolare meritano le 33 Variazioni sopra un Valzer di Diabelli op.120.
Le variazioni qui proposte sono invece un gruppo di 32 tratte da un brevissimo tema originale. La scelta dell’interpretazione di Glenn Gould, discusso ma geniale pianista canadese, non è casuale.
Molto spesso questo testo beethoveniano viene sbrigato come un semplice momento di puro virtuosismo esibizionistico (ancora oggi nei Conservatori italiani si soffre questa discutibile interpretazione acritica). Coi suoi tempi dilatati e le sue atmosfere prive di chiari-scuri, Gould rivela invece l’intensa drammaticità di questo momento fondamentale dell’arte pianistica beethoveniana.
Chiude la nostra breve rassegna (tutt’altro che completa, ma era necessario – e come sempre doloroso – fare delle scelte), un brano che mi sta particolarmente a cuore.
La Fantasia op.77 fu scritta subito dopo il Quinto Concerto. È uno dei pezzi più enigmatici di Beethoven ed in assoluto uno dei più trascurati. Capitato in un periodo di stasi nella produzione sonatistica (alle piccole Sonate opp.78 e 79 segue la breve op.90 prima della decisiva op.101 che inaugura ufficialmente l’ultima fase creativa), è stato affrontato da pochi pianisti nella storia dell’interpretazione. Tra questi il pioniere Arthur Schnabel (fu il primo ad incidere in studio le 32 Sonate complete, dopo averle attentamente revisionate: un’opera ancora oggi encomiabile), Edwin Fischer ed i suoi allievi Brendel e Badura-Skoda, Rudolf Serkin.
Dino Ciani, nato a Fiume da una delle famiglie inviate dal Duce a colonizzare la città-simbolo della dannunziana “vittoria mutilata” ed in seguito costrette ad emigrare a causa della minacciosa avanzata degli spietati partigiani titini, poteva legittimamente aspirare al titolo di più popolare pianista italiano di oggi. Sfortunatamente, un malaugurato incidente d’auto ne stroncò la carriera a soli trentatré anni, che pure erano bastati a Ciani per mettere assieme un repertorio più ricco e variegato di tanti odierni rinomati pianisti italiani alle soglie dei settant’anni.
La scrittura alterna una prima parte di “fantasia”, con scale, arpeggi violenti, ottave spezzate ed un ansimante Prestissimo in tempo di 6/8, ad una seconda in forma di tema con variazioni. Lascio all’ascoltatore l’onere di decidere se questo e gli altri siano brani degni di competere con una giornata bella o brutta che sia, per i più svariati motivi.
L’augurio è naturalmente che questa breve immersione nell’ars beethoveniana aiuti tutti a capire di più e meglio la vita, e ad apprezzarla; poiché mai come oggi il desiderio di amore universale ed incondizionato, tanto propugnato da Beethoven per vie musicali, è disperatamente necessario.
Giovanni Piana
Cari amici, si conclude così lo scritto di mio figlio Giovanni che ci ha proposto una scelta di ascolti beethoveniani.
Ogni tanto nelle chiavi di ricerca trovo persone che arrivano qui pensando di trovare il famoso filosofo della musica Giovanni Piana...mio figlio è semplicemente un suo omonimo che s'interessa di musica perché è la sua professione.
Complimenti a tuo figlio Susanna, penso che chiunque abbia a che fare con la bella musica, abbia una particolare sensibilità d’animo.
RispondiEliminaUn abbraccio grande a te carissima
Grazie, Betty, anche a nome di Giovanni.Gli ho chiesto di scrivere ancora qui sul mio blog, ma in questo periodo ha molti impegni.Tra qualche giorno partiremo io e lui, destinazione Friburgo.
EliminaContraccambio l'abbraccio.Un grosso bacio a Matteo.
Allora buon viaggio e buone vacanze
EliminaUn bacio anche a te da noi :-)
oh, non sono esattamente vacanze...staremo in tutto 4 giorni...
EliminaChe scatti magnifici! Fai una cosa che desidererei fare da tempo... alla facciaccia della mia degenerazione maculare. La visione periferica a cui sono costretto mi permette di immaginare scatti ad ampio sfondo e mi diletto con una compatta a fare qualche bella foto. Ma tu fai dei capolavori. Queste radici sono magnifiche, trasmettono tutta la solidità del faggio e la sua sapienza antica. Grande che sei, brava
RispondiEliminaGrazie per le tue parole, Donuzzo. Mi sembra di capire che con la mia distrofia corneale la visione sia decisamente migliore rispetto ai tuoi problemi di retina.Io al massimo ci vedo un po' torbido e un po' doppio (mi riferisco ai contorni delle parole o comunque ai bordi degli oggetti, specie se in controluce) e questo non sempre, tra l'altro.
EliminaCome già sai, gli occhi sono le mie orecchie supplementari.. alla fine potrei anche dire che ascolto con gli occhi :)