Gli occhi mi guidano all'ascolto
e sulle labbra
le parole acquistano una forma.
Consonanti visibili e vocali:
così la frase si compie nel mio sguardo.
Ma chi li aiuterà, i miei occhi,
se l'orizzonte a un tratto si raddoppia,
sulle spalle ogni linea mi s'incurva
per adagiarsi obliqua sopra al cuore?
Riyueren
I miei occhi sono tutto l'aiuto che ho: mi ci appoggio sempre di più, come ad un bastone, anzi, due, come le stampelle. Sorreggono la mia comprensione del mondo: non mi sfuggono i suoi movimenti, anche i più impercettibili.
So leggere le labbra delle persone: vocali e consonanti si susseguono in un insieme di forme che mi guida al senso compiuto, al significato, al di là dei suoni che sfuggono sempre più velocemente alle mie orecchie.
Ora devo trovare un aiuto per questi occhi che da tanto fanno un doppio lavoro: guardano e ascoltano. Sono stanchi. Prosciugati dalla mia inquietudine di "vedere" e dalla fretta di comprendere quello che "vedo".
Occhi diventati troppo sensibili: un alito di vento, una giornata di sole pieno li feriscono.
Mi regalano immagini sorprendenti della mia essenza e nel farlo si consumano.
Sono coraggiosi, i miei occhi: come falene si fissano a questo schermo, a questa luminosità virtuale che sola permette la visibilità dei miei sguardi a me stessa e al mondo con cui li condivido.
Ardono e bruciano ancora di più quando li rivolgo al mio interno.
Piangono al mio posto, i miei occhi: piangono le lacrime che io vorrei trattenere.
Sfidano i contorni del mondo, che sempre più sfumano uno nell'altro e si sdoppiano: poveri miei occhi, che continuano il loro cammino generoso in questo labirinto che si fa via via più silenzioso.
Solo la mia anima, credo, avrà la forza per sorreggerli.