Una parola, ogni singola parola che possa essere scritta (o pronunciata) molte volte è come un lago in cui posso immergere me stessa o il mio riflesso. E insieme vedere, come in uno specchio, il cielo, le nuvole, gli alberi … e più osservo più entro in me … e mi guardo.
Ma nelle parole non si arriva mai al fondo. Come non si può arrivare al fondo di se stessi.
Se io scrivo, o pronuncio, la parola “albero”, tu, cosa vedi?
Io posso vedere un salice, tu puoi vedere una betulla.
Allora io posso dire, o scrivere, “salice”, ma il tuo salice non sarà simile al mio: potrà piegarsi sull’acqua di un lago, mentre per me è il salice che vive qui sotto casa.
Possiamo metterci d’accordo e dire che il salice è sul lago, ma non vedremo mai lo stesso lago, lo stesso colore, la stessa quantità d’acqua … e se c’è il vento.
E ancora ci resterà da stabilire l’ora del giorno, la stagione, il tempo, se piove o è bello …
Ma se riusciamo, in questo modo, con pazienza, ad essere l'uno la parola, lo specchio, dell’altro … dal nostro incontro usciremo più ricchi. Entrambi.
Anche le pause tra una parola e l’altra, le pause bianche sul foglio, o i silenzi, nel discorso, sono laghi profondi, in cui è molto più difficile immergersi che nelle parole. Ma anche qui, se c’è condivisione, c’è arricchimento.
Le parole sono immagini. A loro volta le immagini sono le parole degli occhi. Parole ed immagini fanno parte dello sguardo dell’anima: così lei “vede”il mondo. In un certo senso lo crea guardandolo e, guardandolo, dà una forma a se stessa.
Ma nelle parole non si arriva mai al fondo. Come non si può arrivare al fondo di se stessi.
Se io scrivo, o pronuncio, la parola “albero”, tu, cosa vedi?
Io posso vedere un salice, tu puoi vedere una betulla.
Allora io posso dire, o scrivere, “salice”, ma il tuo salice non sarà simile al mio: potrà piegarsi sull’acqua di un lago, mentre per me è il salice che vive qui sotto casa.
Possiamo metterci d’accordo e dire che il salice è sul lago, ma non vedremo mai lo stesso lago, lo stesso colore, la stessa quantità d’acqua … e se c’è il vento.
E ancora ci resterà da stabilire l’ora del giorno, la stagione, il tempo, se piove o è bello …
Ma se riusciamo, in questo modo, con pazienza, ad essere l'uno la parola, lo specchio, dell’altro … dal nostro incontro usciremo più ricchi. Entrambi.
Anche le pause tra una parola e l’altra, le pause bianche sul foglio, o i silenzi, nel discorso, sono laghi profondi, in cui è molto più difficile immergersi che nelle parole. Ma anche qui, se c’è condivisione, c’è arricchimento.
Le parole sono immagini. A loro volta le immagini sono le parole degli occhi. Parole ed immagini fanno parte dello sguardo dell’anima: così lei “vede”il mondo. In un certo senso lo crea guardandolo e, guardandolo, dà una forma a se stessa.
P.S. E se dico “amore”, tu, cosa vedi?
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