venerdì 19 novembre 2010

I Sogni (sulle scale esterne)

Sulle scale


Scale di foglie.
Il sole si addormenta.
Passi d’autunno.

Riyueren

… da bambina i miei sogni erano senza nome e senza voce, così non sapevo di averli e neppure li ascoltavo, silenziosi com’erano.

Nessuno, accanto a me, li chiamava per nome: non c’erano parole, in casa mia, per definire i sogni. (Non stavano neppure nel dizionario, per capirci).
 
Misty Dream

 Quando non riesci a dare un nome a qualcosa che comunque esiste e addirittura ce l’hai dentro … beh, non puoi meravigliarti se quel “qualcosa” diventa un respiro inquieto e poi, col passare degli anni, si trasforma in vento.
E se tu non lo comprendi, questo vento, se non lo abbracci e ci cammini insieme, finisci per andare nella direzione opposta, "controvento" … il che vuol dire: farti travolgere e perdere i tuoi petali per strada (i petali soltanto, non le radici, per fortuna, ancorate come sono nelle terre dell'anima).

 
    Luce solitaria     

 Poi viene un giorno, uno qualunque, mentre stai salendo le scale esterne di casa, in cui trovi le parole per i tuoi sogni … all'improvviso, lì, sui gradini bagnati, mescolate alle foglie cadute … sono le foglie stesse a dirti anche il colore, dei sogni che avevi e non sapevi.
  Sulle scale   

 Non sapevi che i tuoi sogni hanno il colore dorato dell’autunno.

Sono lì, col loro sole nascosto, come quello che dorme piano nelle foglie … stanno sognando di te.

Hanno anche un nome, l’unico possibile: il tuo.

Non vorrai lasciarli lì, sulle scale. Non vorrai che altri ci camminino ancora sopra … come già è stato fatto.


E non ci salirai tu … se non per volarci insieme.

 
 E mentre la tua ombra gioca con la luce ti accorgi che stai tornando a casa, finalmente: torni da un viaggio molto lungo, sei andata lontano dai tuoi sogni.



Avevi quasi perso la strada per il ritorno, ma loro sono stati pazienti, con te: t
i hanno aspettato.

 

Nessun commento:

Posta un commento