Ancora una volta il mio amico flickeriano Luigi Mancini mi onora con una richiesta di parole mie per una delle sue splendide foto.
Foto di Luigi Mancini (da Flickr)
Foto di Luigi Mancini (da Flickr)
Tu guardi al centro
Nelle mie labbra rosse.
Io vivo ai lati.
Riyueren
… che cosa vediamo, noi, nell’altro? Che cosa vediamo, dell’altro?
Forse il nostro riflesso, più o meno increspato, a seconda della superficie e dell’aria che tira, capovolto, magari, come un albero che si specchia nell’acqua … e forse, dal momento che abbiamo un nome per tutto, lo chiamiamo: “amore”.
Ma l’altro non è noi, non è un centro, non soltanto: l’altro è anche una periferia, un qualcosa che sta ai lati. E che non vediamo, tutti presi come siamo a guardarci negli occhi, o sulle labbra.
L’altro è un viaggio, un qualcosa in cui tu entri non soltanto fisicamente: a volte, con un poco di fortuna, l’amore diventa un incontro di anime, uno sfiorarsi reciproco e leggero, come di ali.
E molto, molto più raramente, può accadere che il viaggio diventi un volo.
Ma l’altro non è noi, non è un centro, non soltanto: l’altro è anche una periferia, un qualcosa che sta ai lati. E che non vediamo, tutti presi come siamo a guardarci negli occhi, o sulle labbra.
L’altro è un viaggio, un qualcosa in cui tu entri non soltanto fisicamente: a volte, con un poco di fortuna, l’amore diventa un incontro di anime, uno sfiorarsi reciproco e leggero, come di ali.
E molto, molto più raramente, può accadere che il viaggio diventi un volo.
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