Cercare altrove
Quello che in te è nascosto
E non ha nome.
In gabbie di parole
Si umilia l’orizzonte.
Riyueren
... vorrei parlare dei confini, quelli che abbiamo dentro e quelli che andiamo a cercarci fuori, ma anche le parole sono un confine … un argine, a volte, che impedisce alle maree delle nostre sensazioni di fare ulteriori danni.
Vorrei poter considerare, vedere, i confini come tanti orizzonti che invitano il mio sguardo ad andare oltre, la mia anima ad oltrepassare il corpo che la riveste per camminare, in quel suo modo così simile al volo,su terre e mari e infine approdare a dimensioni sconosciute.
Ma anche semplicemente parlandone, ecco che ingabbio ogni mio possibile orizzonte … e alla fine non posso che osservarne l’umiliazione che io stessa gli ho inflitto.
Ma anche semplicemente parlandone, ecco che ingabbio ogni mio possibile orizzonte … e alla fine non posso che osservarne l’umiliazione che io stessa gli ho inflitto.
Quindi lasciamogli, lasciamoci, la libertà di volo.
Ho volato così all’interno delle cose con i miei occhi, dotati di lenti e di obiettivi, senza parole, nella nuda bellezza del silenzio.
Dove le cose ed io siamo così simili: specchi reciproci e a nostra volta riflessi della vita che ci anima. In condivisione di orizzonti.
Ho volato così all’interno delle cose con i miei occhi, dotati di lenti e di obiettivi, senza parole, nella nuda bellezza del silenzio.
Dove le cose ed io siamo così simili: specchi reciproci e a nostra volta riflessi della vita che ci anima. In condivisione di orizzonti.
La prossima rosa non appartiene al post, è per ricordare quello che sta accadendo dall’altra parte di questo nostro mondo, in Giappone.
Dovremmo tutti renderci conto che viviamo su rami che appartengono ad uno stesso albero e siamo foglie, niente di più e niente di meno.
Ma qui, sul nostro albero comune, ogni foglia pensa di essere l’unica, forse anche l’unica ad aver diritto di restare, mentre accade invece che l’autunno arriva per tutti.
Mi meraviglio che di fronte a notizie come queste le guerre non cessino immediatamente e la gente, invece di imbracciare fucili, non cominci a pensare di dare una mano … alle altre foglie sul ramo.
Possibile che nessuno si accorga che stiamo tagliando uno ad uno i rami su cui siamo non seduti, ma addirittura attaccati?
Ma qui, sul nostro albero comune, ogni foglia pensa di essere l’unica, forse anche l’unica ad aver diritto di restare, mentre accade invece che l’autunno arriva per tutti.
Mi meraviglio che di fronte a notizie come queste le guerre non cessino immediatamente e la gente, invece di imbracciare fucili, non cominci a pensare di dare una mano … alle altre foglie sul ramo.
Possibile che nessuno si accorga che stiamo tagliando uno ad uno i rami su cui siamo non seduti, ma addirittura attaccati?
A proposito di confini, per rientrare in tema col post, immaginate questo: siete in una stanza, sì, come quella in cui vi trovate ora, alzate lo sguardo dal pc, guardatevi attorno … Bene, ora immaginate di vivere in questa stanza, solo in questa, qui mangiate, qui gettate i residui del vostro cibo e le cose che non servono più ..ah, non avete neppure un gabinetto a disposizione: dopo qualche giorno, come pensate sareste ridotti voi e la vostra stanza?
Che cosa pensate che sia, la nostra Terra? Qualcosa di diverso da questa stanza? È molto grande, è vero, ma i confini ci sono,sarebbe ora di cominciare a vederli ...
Che cosa pensate che sia, la nostra Terra? Qualcosa di diverso da questa stanza? È molto grande, è vero, ma i confini ci sono,sarebbe ora di cominciare a vederli ...
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