Ogni azione è una scelta: anche i pensieri, lo sono.
Quando ho la mia fotocamera tra le mani e vado in giro … anche questa è una scelta … il posto dove andare, i soggetti delle foto … l’obiettivo non è mai veramente “obiettivo”, perché dall’altra parte ci siamo io e le mie scelte.
Inquadro una cosa … e ne escludo automaticamente un’altra.
Non solo: in quello che inquadro scelgo cosa far vedere e cosa no, la luce, la posizione … il diaframma che mi aiuta a delimitare la profondità di campo … il tempo … scelgo quasi interamente io, visto che “vado” sempre in “Manuale”.
Quando ho la mia fotocamera tra le mani e vado in giro … anche questa è una scelta … il posto dove andare, i soggetti delle foto … l’obiettivo non è mai veramente “obiettivo”, perché dall’altra parte ci siamo io e le mie scelte.
Inquadro una cosa … e ne escludo automaticamente un’altra.
Non solo: in quello che inquadro scelgo cosa far vedere e cosa no, la luce, la posizione … il diaframma che mi aiuta a delimitare la profondità di campo … il tempo … scelgo quasi interamente io, visto che “vado” sempre in “Manuale”.
Sto guardando le foto che ho scattato all’Euroflora … e ripenso alle scelte che ho fatto.
Certe cose si comprendono solo “dopo”.
Io, che quando vado in giro per mostre fotografo sempre gli allestimenti, questa volta mi sono dedicata ai particolari.
Certe cose si comprendono solo “dopo”.
Io, che quando vado in giro per mostre fotografo sempre gli allestimenti, questa volta mi sono dedicata ai particolari.
Non aspettatevi qui le grandi panoramiche all’interno dei padiglioni, tanto stanno dappertutto in rete, io ho fotografato quello che ho “visto”: quello su cui i miei occhi si sono riposati (leggi:dove han trovato pace e armonia), e non semplicemente “posati”.
Ho camminato dalle 8 del mattino alle 6 del pomeriggio per arrivare a chiedermi, insieme ai miei amici fiori: “Ma che ci facciamo noi qui?”
Una marea di fotografi, con attrezzature di tutti i generi, dal telefonino in su.
Ed io in mezzo a loro che cercavo di continuare a vedere a modo mio, nonostante i colpi di flash e i cavalletti tra i piedi: non è stato facile.
E per il peso della mia borsona e per aver scattato a mano libera, senza flash (che non sopporto) e senza cavalletto al seguito (ci mancava anche il peso di quella ferraglia).
Una marea di fotografi, con attrezzature di tutti i generi, dal telefonino in su.
Ed io in mezzo a loro che cercavo di continuare a vedere a modo mio, nonostante i colpi di flash e i cavalletti tra i piedi: non è stato facile.
E per il peso della mia borsona e per aver scattato a mano libera, senza flash (che non sopporto) e senza cavalletto al seguito (ci mancava anche il peso di quella ferraglia).
Insomma, tecnicamente parlando molte foto non sono che semplici testimonianze: immagini, appunto.
Ma ora vi porto con me.
Ma ora vi porto con me.
“ … il treno preso al volo … insieme ad un lungo stormo di gabbiani che non finiva mai ma che ovviamente non ho potuto fotografare … mi sono rimaste impresse nello sguardo le ali, innumerevoli.
Già alla stazione Principe ho cominciato a sentire la musica dei fiori, come un mormorio, una specie di richiamo. A Brignole, dove sono scesa, era ancora più intensa … non assordante, questo no: penetrante.
Un insieme di vibrazioni pure, come solo sanno esserlo quelle dei fiori, non per nulla Bach se ne serviva per armonizzare gli esseri umani.
Un insieme di vibrazioni pure, come solo sanno esserlo quelle dei fiori, non per nulla Bach se ne serviva per armonizzare gli esseri umani.
All’ingresso mi accolgono mille colori di mille corolle gocciolanti della prima annaffiatura. Moltissime sono ancora chiuse, avvolte a spirale, altre cominciano ad aprirsi.
La luce del mattino è perfetta, comincio ad andare in giro con Milady appesa al collo ,veramente sarebbe meglio scrivere "abbracciata" … non ho una meta precisa … vado dove i fiori mi chiamano.
Prima che l’acqua si asciughi sul terreno, fotografo alcuni riflessi. Anche quelli hanno una voce, un suono, un richiamo che è invito a “vedere”.
Un immenso giardino, questo è Euroflora, splendido … ma non è naturale, non che i giardini in genere lo siano, la mano dell’uomo c’è sempre (io amo i luoghi incolti e spontanei) … ma questo è anche provvisorio, i fiori lo sanno ma hanno compassione di noi, della Bellezza che manca nei nostri giardini interiori e allora si offrono, condividono …
I visitatori cominciano ad affluire, innumerevoli come i gabbiani che ho visto … ma chissà quanti di loro, me compresa, hanno le ali.
Non importa, i fiori aprono per tutti colori e profumi, non chiedono chi sei, che cosa possiedi … si donano e basta.
Non importa, i fiori aprono per tutti colori e profumi, non chiedono chi sei, che cosa possiedi … si donano e basta.
All’Euroflora i visitatori non sono soltanto esseri umani.
Ecco una velocissima apina. A me e Milady girava la testa, mentre cercavamo di riprenderla nelle sue evoluzioni.
Ed un merlo femmina davanti a me, mentre in “pausa pranzo” mangiavo una magnifica piadina vegetariana, ha scavato una buca enorme … mettendosi addirittura in posa ogni tanto.
Ad un certo punto mi sono persa in alcune “visioni”: spesso la luce gioca e fa scherzi … di ottimo gusto, naturalmente.E anche lo zoom (anche lui è stato “nominato”… d’ora in avanti lo chiamerò Sugar) ha voluto giocare un pochino.
Luci, ombre, forme: mi sono sentita avvolta dalla strana musica di questo giardino… e mi è venuta voglia di fare una cosa che sembrerebbe impensabile, in mezzo a tutti quei fiori colorati: scattare direttamente in bianco e nero.
…perchè a volte i colori distolgono lo sguardo dell’anima dalla luce vera che è l'essenza e sta nel cuore delle cose."
Non voglio far diventare questo post lungo come la mia intera giornata trascorsa all’Euroflora: insieme a queste, altre foto sono su di un apposito set su flickr.
La mia visita, però, non è terminata: continua al mio interno, dove conservo ricordi colorati e odorosi, soprattutto di rose.
.... una parte di me sorride, pensando ad una vecchissima Euroflora, visitata in gita scolastica durante le elementari, con le scarpe bianche della Comunione (mia madre teneva molto a queste cose “d’eleganza”) … ed ai miei piedi completamente rovinati al ritorno a casa.
Almeno stavolta ho potuto fare a modo mio: un bel paio di scarpe comode: nonostante ciò, alla sera, complice il peso dell'attrezzatura fotografica, zoppicavo un pochino..
Ma di sicuro i piedi di questa visitatrice, alla fine della giornata, saranno stati in condizioni peggiori.
Almeno stavolta ho potuto fare a modo mio: un bel paio di scarpe comode: nonostante ciò, alla sera, complice il peso dell'attrezzatura fotografica, zoppicavo un pochino..
Ma di sicuro i piedi di questa visitatrice, alla fine della giornata, saranno stati in condizioni peggiori.
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