domenica 17 marzo 2013

Beethoven: gli ascolti (link n°1) a cura di Giovanni


Ho chiesto a Giovanni di proporvi dei link di ascolti musicali a completamento del post che aveva scritto sulla figura di Beethoven, con qualche suo pensiero in aggiunta...sia sulla musica, sia sugli interpreti.

Penso di pubblicarne uno a settimana. Questo è il primo.




"La nostra piccola rassegna su Beethoven si apre con la fine. La Sinfonia n.9 op.125 vide la luce dopo un travaglio di alcuni anni nel 1824. Il compositore era ormai completamente sordo da circa un decennio. Quest’opera rappresenta un monumento nella storia della sinfonia, della composizione orchestrale in generale e della scrittura vocale; poiché, per la prima volta nella storia della musica, una sinfonia (abitualmente composizione per sola orchestra, più o meno ampia) vede l’introduzione di coro e voci soliste, cosa fino ad allora riservata al repertorio sacro, operistico o popolare.
Sulla capacità di scrittura vocale di Beethoven si è a lungo discusso e si discute tuttora. Malgrado tutti ne ammettano la grandezza, i cantanti (in special modo quelli della scuola italiana) non amano metterlo nel loro repertorio di studio e men che meno in quello concertistico. Il nodo principale del problema è naturalmente quello della sordità, che avrebbe impedito a Beethoven una corretta comprensione della disciplina in questione; alcuni affondano il dito nella piaga, aggiungendo anche la non disinvolta confidenza del compositore con la lingua italiana (i suoi spartiti abbondano di errori grammaticali: Attacca subito il Allegro, Allegro molto più tosto Presto, Ciò è), malgrado alcune lezioni con Salieri intorno all’anno 1800 lo avessero messo in contatto col nostro idioma e la nostra scrittura vocale, mai troppo amata dai tedeschi sin dai tempi di Mozart.

Morning sky


La Sinfonia n.9 è formata da quattro movimenti, l’ultimo dei quali diviso in due parti nette. La scelta di questa registrazione storica, effettuata dal vivo a Berlino nel marzo 1942 ad opera dei Berliner Philharmoniker e del Bruno Kittel Chor (solisti Tilla Briem, Elisabeth Höngen, Peter Anders, Rudolf Watzke) diretti da Wilhelm Furtwängler – da non confondersi con quella dell’aprile 1942, tristemente nota perché concomitante col compleanno di Hitler -, non è affatto casuale: come avevo già avuto modo di spiegare nel precedente post, molte esecuzioni più moderne della Sinfonia (a cominciare dai grandi nomi) tendono a sorvolare con benintenzionata premura i primi tre movimenti, per poi soffermarsi lungamente sul finale e sul celebre “Inno alla Gioia”. Questa versione di Furtwängler (ne seguiranno molte altre nei dieci anni successivi, ma rimane paradigmatica) è una delle poche, almeno ad opera di grandi nomi, a mostrare interamente la monumentalità dell’intera composizione; a partire dal primo movimento, con gli choccanti interventi quasi solistici dei timpani (che poi saranno confermati nello Scherzo), oscillazioni di tempo strabilianti e pur plastiche ormai del tutto inaccessibili per i direttori (e le orchestre) moderni. Nel terzo movimento, l’intera orchestra si scioglie in un lungo episodio arioso, cantabile e sostenuto, in cui si fondono emozioni di esecutori e spettatori. 


Morning sky


Il quarto movimento è celeberrimo appunto per l’inno alla gioia, ma la sua particolarità tutta romantica risiede nella prima parte in cui l’orchestra, dopo una breve introduzione ostinata, riprende i temi caratteristici di ciascuno dei tre movimenti precedenti; sino a che un lungo fugato degli archi anticipa il tema del succitato inno, che culmina nell’inciso del basso (O Freunde, nicht diese Tone), poi ripreso dagli altri soli e dal coro in uno schema serrato di variazioni ed oscillazioni ritmico-melodiche che portano al finale. 

Wild Grace


Una piccola nota: il finale dovrebbe essere esplosivo, ma Furtwängler nelle sue registrazioni in tempo di guerra (specie in quella d’aprile alla presenza del Führer) si tiene molto misurato, poiché affermava che i tempi correnti non permettevano certo una esplosione di gioia. Sia detto e sottoscritto a dispetto di quanti sedicenti storici (probabilmente ritenuti e promossi tali esclusivamente nei loro paesi d’origine) continuano ancor’oggi a sostenere che Furtwängler fosse un nazista."

Giovanni Piana


Sunset light

2 commenti:

  1. Quante novità Riyu: una veste grafica nuova e nuovi collaboratori. A tuo figlio deve fare i complimenti ma se vuole diffondere veramente il verbo della musica con la M maiuscola deve scrivere per emozionare, almeno quanto le partiture che descrive.
    Deve suonare, sorvolare sulle stagioni e le accademie, citarle, inquadrarle ma poi...volarci sopra e sfondare la storia. Deve far guardare oltre la critica e il solfeggio culturale. Altrimenti lui continuerà a farsi permeare dalla Nona e molti altri dopo pochi minuti torneranno al rap oppure al pop ( magari di buona fattura.
    Ne approfitto anche per augurare a te e a tutti i tuoi cari una Pasqua serena.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Enzo...sai, credo di poter dire di Giovanni...che è molto diverso da sua madre...vedo che te ne sei accorto anche tu ^__^. Con ciò io vorrei saper scrivere come lui...che è molto razionale..mentre io mi perdo nell'istante e nell'istinto :)
      Grazie per gli auguri che contraccambio.

      Elimina