Sospesa galleggio
in forme di parole
contenitori
confini temporali
piogge acuminate
spigoli del dove
nell'incerto quando
vado
a contrastare il vento
trema il mio volo
Sorpresa altrove
foglia di suoni
stagione che dissolve
alle radici
queste mani
Riyueren
Riflettevo su come fossi arrivata ad amare le parole, così tanto e così presto, nella mia vita.
Pensavo, scioccamente, ora me ne rendo conto, che se fossi riuscita a trovare le parole per esprimere le sensazioni, le emozioni che mi abitavano, finalmente le persone con cui vivevo mi avrebbero compresa e, di conseguenza, accettata e magari amata, anche.
In realtà a nessuno qui interessava ascoltare un'altra lingua se non la propria e non avevano certo voglia e tempo di impararne un'altra: alla fine le mie parole non erano che suoni incomprensibili e segni indecifrabili.
Per molti, ora ho capito, le parole non sono, non debbono essere, che contenitori: tu le offri come un dono ma quasi tutti si fermano all'involucro esterno, alla forma. Non vedono, non vogliono, altro: una bella carta possibilmente luccicante e infiocchettata ma dentro, per amor del cielo, niente, meglio il nulla che una qualche sorpresa.
Meglio l'ovvietà del vuoto piuttosto che un brulichio di significati e qualche emozione da sgrovigliare.
Magari tu dentro al pacchetto di parole ci hai lasciato un'anima ferita molte volte: a nessuno importa veramente, anzi, la vista del sangue, quando addirittura non spaventa, fa schifo.
Così tu arrivi a portare altrove il tuo volo, controvento, controcorrente.
E le parole le tieni per te, ti ci avvolgi e ti regali a te stessa.
Il contatto vero è una rarità sempre Riyu, quello che scende in profondità e per un intuito ancestrale è addirittura un miracolo. Sui blog viene mesa in scena giornalmente un surrogato di comunicazione e conoscenza e sinceramente non potrebbe essere altrimenti. La bellezza commovente e liberatoria di certe letture e di certi incontri è e resterà una rarità: sono sicuro di averla trovata allora con te ed è un patrimonio che non si usura. Mai.
RispondiEliminaCaro Enzo, anche per me è ormai trascorso il tempo in cui chiamavo "sogni" quelle che erano soltanto illusioni (oh,quanto è stato difficile e doloroso imparare la differenza).Non aggiungerò l'aggettivo "ridicole"perché non si può deridere quello in cui si è creduto così tanto: lasciamo che lo facciano gli altri,quelli che ancora non sanno vedere e ascoltare nemmeno loro stessi.
EliminaCerto,il mondo dei blog è virtuale...ma spesso la realtà lo è molto di più.
Quello che mi conforta,caro amico mio,è che ,nonostante tutto questo,nella mia vita reale e virtuale ci sono o ci sono state delle oasi di Bellezza,degli incontri che mi hanno aiutata a crescere e contribuiscono ancora ad alimentare il mio desiderio e la mia meraviglia di vivere.
Anche tu ci sei,Enzo.
Ho messo qui più di novantamila parole, in esse sei citata. Io sono Enzo
RispondiEliminaEd io ti ringrazio infinitamente per la tua generosità,l'amicizia e la stima.
EliminaE' un piacere vedere come il virtuale unisce in interiore homine, e come amicizie e vecchie liason, anche se hanno attraversato attimi dolorosi, magicamente sono molto più intensi del reale. Ho sempre notato come Enzo, che sventola bandiere contro il privato nei commenti, privilegia vecchi contatti poichè essi hanno inciso ed incidono fra i veterani dei blog.
RispondiEliminaBuon fine settimana