Strano, questo deserto di parole che mi trovo davanti.
Sarà libertà dal mio recinto, forse soltanto una gabbia più ampia, ma è certo che questa visibilità totale mi dà un po' di vertigine.
Sono un cristallo, fragile, a volte, ogni tanto diamante. Non sempre.
Come vela, soltanto la mia anima nomade. Mi piace questo silenzio, mi piace passarci attraverso.
Non legarmi a riva nè fiume, essere una semplice onda di marea che si solleva a fare il solletico al cielo...e ricade sul suo blog incompleto, perchè non lo so completare.
Anche perchè le cose che amo e le cose che odio, i sogni infiniti da cui mi lascio sognare...non voglio che m' inseguano qui, non mi va che altri m'infilino in qualche cassettino.
O meglio, non voglio che nel cassettino qualcuno scriva che ho dei confini. No, non altri limiti.
Amo le parole, amo camminarle a piedi nudi, ma che non diventino catene e sbarre, ne ho anche troppe.
Che importa se sullo steccato che mi soffoca crescono rose selvatiche e profumate, voglio saltare dall'altra parte, atterrare su quattro zoccoli ben saldi, o volare,non importa se cigno o ancora brutto anatroccolo.
Posso anche tornare ad immergermi nel mio mare silenzioso e cantare gli abissi, viaggiandomi dentro come faccio da sempre.
Riyueren
Ah Riyu avevo bisogno di tornare all'inizio e respirare la stessa sorpresa di allora.
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