mercoledì 16 febbraio 2011

Lungoparma

LungoParma


Sale la nebbia al fiume in sponde vive,
Spicca il volo dai rami il suo silenzio:
Ruba colori e restituisce sogni

Riyueren 





… volevo scrivere del piccolo viaggio a Parma … 6 ore soltanto … un’intera scheda di memoria da 4 Gb consumata a cercare di cogliere la nebbia sia tra gli alberi dall’auto in corsa sia sul LungoParma … ora ho il mal di gola, ma ne è valsa la pena. 




Ho perso le parole … anzi, no, non le ho perse, si sono trasformate, dissolte … frantumate nella nebbia … non sono sparite, si sono aperte, allargate come braccia per arrivare a comprendere tutto quello che fotografavo a mano a mano che lo vedevo. Anche i miei occhi erano braccia. 
 
 LungoParma 


Mi domando se le parole possono diventare immagini e le immagini, a loro volta, parole.

E se alla fine anch’io riuscirò ad essere parola e immagine insieme… e che cosa resterà, se resterà mai qualcosa di me in quello che ho fotografato domenica scorsa: non parlo delle foto, ma del fiume e della nebbia, del silenzio e degli alberi. 


Il dono è stato reciproco, ecco.

Ho imparato diverse cose, da quello che ho visto e anche da me, dai miei occhi e da qualcosa in me che non ha occhi, ma vede ugualmente. 
 
Resta da vedere se riuscirò a mettere in pratica tutto questo quando ricomincerò a fare le cose che facevo un tempo …

...mi è stato chiesto di cantare di nuovo. 



I suoni usciranno dalla nebbia? La mia anima avrà le sue sponde vive?

Saprò far vedere i colori che ho visto, usando soltanto la mia voce?

In questi ultimi anni ho raccolto cose, dentro di me … alcune mi hanno anche fatto male, ma so di essere ricca, adesso: senza avere un soldo in tasca che sia mio … io mi sento ricca, perché ho imparato a vedere e ad ascoltare i colori e i suoni della nebbia. Mi sono entrati dentro.

Forse anche il mio silenzio spiccherà il volo, quest’estate. E sarà un volo colorato … forse. 
 

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