Non sono oggetti
Ma case della Vita
I miei ricordi.
Indossano i colori
Del Tempo che abitavo.
Riyueren
... perché noi abitiamo il Tempo e viviamo di memorie passate e future (queste ultime sono la diretta conseguenza delle prime...a volte sono anche un dono).
Sì, un dono, come quello che ho ricevuto ieri mentre riordinavo un armadio. A volte il passato reca doni al futuro..come queste due piccole storie, storie vere...di bambole.
Sì, un dono, come quello che ho ricevuto ieri mentre riordinavo un armadio. A volte il passato reca doni al futuro..come queste due piccole storie, storie vere...di bambole.
"...nella piccola piazza a lato di una piazza più grande, c'è una giostra piccina: c'è sempre. Alcune cose cambiano, con il passare degli anni: i personaggi che girano in tondo non sono sempre gli stessi...ma un cavallo bianco e uno nero...quelli ci sono sempre, in tutte le giostre. Anche i bambini non sono sempre gli stessi: ma sono sempre bambini, le persone che si fermano a guardare la giostra.
Perché davanti alla giostra siamo tutti bambini.
Una volta, vicino a quella giostra, c'era una specie di buffa lotteria: tante piccole case di cartone, disposte in cerchio e al centro un porcellino d'India. Su ogni casetta, un numero: un signore vende i biglietti, poi libera il porcellino...che scappa subito infilandosi in una casetta. Se sopra c'è il tuo numero, diventa tuo anche il premio.Perché davanti alla giostra siamo tutti bambini.
Una bambina va sempre a fare qualche giro di giostra alla domenica mattina, con il suo papà. E ogni domenica s'incanta davanti al gioco del porcellino.
Ma il papà non vuol mai acquistare i biglietti."Soldi buttati"-dice.
Una domenica però, il papà cede e acquista alcuni biglietti: il porcellino s'infila in una casetta ed il premio è la bambola più grande che la bambina abbia mai visto.
Non sembra neppure una bambola: agli occhi sgranati della bambina quel bambolotto, alto come lei, sembra un bambino vero( Ma purtroppo il numero che ha la bambina non corrisponde a quello della casetta).
Vince un signore che prende il bambolotto e se lo porta via.
La bambina lo guarda allontanarsi: non lo segue solo con gli occhi...gli va dietro col cuore..
Poi la bambina (perecchio triste) e il suo papà si avviano su per il viale, verso casa.
Improvvisamente qualcuno chiama, una voce alle loro spalle: "Scusi, signore!"
La bambina si ferma, si volta. "Sa, io non ho figli, non saprei cosa farmene: tenga, lo dia alla sua bambina".
Mentre mio padre offre un caffè a quel signore gentile, io tengo, anzi, viste le dimensioni, abbraccio, il bambolotto, ancora avvolto nel cellophane, è quasi più alto di me. E piano piano (non voglio che papà mi aiuti) me lo porto a casa.
"E questo cosa sarebbe?"-dice mia madre, quando vede entrare prima il bambolotto e poi me subito dietro.
"Questo? questo è Marcellino" - rispondo seria seria. E vado a metterlo in camera mia".
Marcellino ieri mi guardava: ora sono io quella più alta, fra noi due.
Indossa un vecchio completino da neonato di mio figlio ed anche una sua cravattina. Sembra preoccupato e anche un po' triste. Mi vede gettare via alcune scatole di cartone vuote che stavano, insieme a lui, in cima all'armadio. Mi sente dire "Questo piumone occupa troppo posto: è nuovo, lo diamo a mio padre".
Sente anche mio marito: "Queste bambole sarà meglio che le butti, cosa te ne fai?"
Penso che Marcellino si preoccupi per la sua compagna, la bambola Anna.
Sente anche mio marito: "Queste bambole sarà meglio che le butti, cosa te ne fai?"
Penso che Marcellino si preoccupi per la sua compagna, la bambola Anna.
Non è molto che sono insieme, una decina d'anni, da quando la nonna non c'è più. Anche stavolta c'entra quella bambina: quando va d'estate dai nonni vede al mercato delle bambole bellissime, di quelle con gli occhi che si chiudono e si aprono. E c'è un solo modo per comprarle, quando non si hanno soldi: si pagano a peso, con tanto alluminio e stracci.. La nonna lo sa ed è già un po' che mette da parte pentole e pentolini e anche stracci.
Finalmente il peso è raggiunto. E Anna viene con noi. Sta dalla nonna e gioca con me ogni estate.
Finalmente il peso è raggiunto. E Anna viene con noi. Sta dalla nonna e gioca con me ogni estate.
Anche Anna mi guarda, da dietro la spalla di Marcellino.
Indossa una mia vecchia maglietta ed è tutta slogata,la testa: se non la tieni legata, cade giù, ma a Marcellino sembra piaccia lo stesso.
Li ho fotografati per bene, li ho protetti col cellophane.
E li ho rimessi lassù dov'erano: in cima all'armadio."
Indossa una mia vecchia maglietta ed è tutta slogata,la testa: se non la tieni legata, cade giù, ma a Marcellino sembra piaccia lo stesso.
Li ho fotografati per bene, li ho protetti col cellophane.
E li ho rimessi lassù dov'erano: in cima all'armadio."
Non sono oggetti: non ci sono oggetti, in casa mia. Ci sono altre case, case di vita. E indossano i colori di un tempo che io ho abitato...un tempo che continua ad abitare me.
PS. Insieme a Marcellino e Anna vivono sull'armadio anche una marionetta con la testa staccata (ma nella foto non si vede) e un piccolo bambolotto dall'aria sbarazzina. Ma queste ...sono altre storie.
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