Digitare il Sogno:
infiggere nel cuore
il calamo del Tempo
e di parole intingere stagioni.
Riyueren
... scrivere il Sogno: mutano le forme, i modi...forse nel tempo anche chi scrive cambia... solo l'essenza, resta, a volte fedele, a volte infedele a se stessa così come solo può essere un sogno umano.
Abbandonata la penna al triste destino delle cose del mondo, senza renderci conto dell'immenso e ormai perduto legame fra respiro e tratto, equilibrio e cuore, che danzano sulla naturale tangibilità di un altrettanto naturale foglio...scriviamo il Sogno con le nostre dita, restando silenziosamente invisibili, forse più a noi stessi che ad altri.
Una fuga? forse, ma inconsapevole...
Mentre la Morte stupita ci troverà puntuali a Samarcanda, noi chiamiamo vita questa cavalcata verso l'ignoto che è in noi: noi, a cui forse non ci avvicineremo di un passo.
Digitiamo sogni: chi scrive e ciò che è scritto sono una sola cosa,sempre la stessa, unica e unita, che i passi siano sul foglio o per interposta tastiera, che siano danza o semplice zoppìa, che ci si perda o che ci si ritrovi... noi digitiamo sogni.
Ci avvolgiamo come bruchi in segrete bozze di parole e pubblichiamo al mondo il nostro volo..
Noi digitiamo sogni...chè sono (e siamo) specchi non ancora infranti... e insieme quel soffio d'anima che li appanna, lievi.
secondo il trend del momento qualcuno ptrebbe dire che siamo di fronte ad un "plagio".
RispondiEliminaStessi concetti e una lingua simile: gli spiriti si incontarno e si riconoscono.
E' la tua calligrafia quella?
Grazie, Enzo. Non è esattamente la mia grafia, per quella fai riferimento alla firma (Riyueren).
RispondiEliminaTi anticipo così il prossimo post: Giorgio ed io facciamo una piccola mostra di Poesie, stavolta, no foto, sempre alla Giuggiola, il laboratorio di maglieria di Marta, qui a Genova.Oggi Marta mi spedirà la locandina così potrò inserirla in qualche modo anche qui, spero ( non so come si fa, visto che le immagini le ancoro dal mio Flickr album).
Titolo della mostra..."Come le foglie al vento" (in sintonia col trend di cui tu parli).
Per essere il meno tecnologica possibile (viste le ultime disavventure), stavolta ho fatto come Giorgio (il trend si ripete, ahimé) che si scrive tutto a mano.
Ovviamente, per cercare che si capisse quello che ho scritto, ho cercato di semplificare al massimo la mia grafia (quanto sia veloce lo puoi vedere dalla firma) e fare delle "t" decenti ( le mie sono praticamente dei Theta, alla greca, il Classico mi ha ...rovinata") nonchè far capire la differenza fra le "a" e le "e" che quando scrivo veloce si confondono alquanto.
Risultato: invece della mia brutta grafia...una grafia infantile...ma il rigo lo tengo abbastanza...ci devo fare l'abitudine, ché ho deciso di continuare (scrivere 18 poesie in quel modo...non ti dico i crampi alla mano).
Un abbraccio grande. Ora vediamo se riesco a "commentarmi".