Quando il vento si fa respiro attraversando il bosco, lui viene: il Sogno.
Forse segue il profumo della terra, l'odore delle piogge cadute sui fogli del giorno... o forse è il sussurro dell'erba a risvegliare i suoi passi.
Una sola certezza: la sua voce ha il suono del piccolo fiume nascosto, quello che ti confonde mentre cerchi la tua strada (è una musica lontana, a tratti, sull'aria) e poi all'improvviso ti scorre davanti e allora tu l'attraversi affidandoti alle sue mani d'acqua, sasso dopo sasso, un piede dopo l'altro, sino all'altra riva).
È albero, ma anche quel pezzetto di cielo verso cui ogni albero tende.
E insieme è radice, profondamente lontana... al tuo interno.
Il Sogno è un'ombra che va oltre. Affiora nello specchio, t'incanta nei riflessi.
I suoi volti sono infiniti, diversi fra loro, alcuni anche opposti, contrari... nomi che popolano i suoi occhi, ma lui non ha un nome, nessun nome lo può contenere: lui che è moltitudine scivola con le sue ali su orizzonti solitari, linee mute che contengono le sue labbra.
Riyueren