L'altrui guardare
mi ritraeva
a nebbia di me stessa
e delle bocche
il quotidiano andare
- eterna cantilena -
il respiro mozzava al mio cammino:
senza più fiato, il Sogno
si accasciava sul ciglio, silenzioso.
Tutto non è per sempre:
se vivi nell'istante puoi vedere
come ogni luce ha un'ombra per compagna
e come l'Ombra naviga la Luce.
Quadra il suo cerchio, il Tempo
e poi s'infrange:ora il mio specchio
oltrepassa la nebbia e la dirada:
sulle mie labbra può cantare il Sogno.
Riyueren
Ci sono parole che rimangono pura forma, parole che non camminano, non vanno da nessuna parte.
Parole che rimangono lì, come vestiti a terra, prive di un corpo, perché sono parole senz'anima.
Sono parole che i miei occhi vedono, purtroppo, anche ora che per me le linee cominciano a sdoppiarsi, come quando in Wordart inserisci al di sotto l'ombreggiatura: forse ora vedo l'ombra, appunto.
Sono parole che le mie orecchie riescono a sentire, anche se sto perdendo la normalità dei suoni: forse hanno una voce che in qualche modo la mia anima, pur non volendo, percepisce.
Può sembrare un paradosso, un dolore ( perché questo è un dolore: questo sguardo, questo udito, sono dolorosi) che riesce a farmi cantare.
Sono così imperfetta, così inutile... eppure sono così felice del mio essere nulla.
Sono circondata (dev'essere una specie di destino, ormai ne sono certa) da persone che si credono perfette ma tutto quello che riescono ad essere non è che perfetta ... infelicità.
Ombre, nient' altro che ombre... e non sanno trovare la luce che le origina.
Provo pena e compassione, ma devo andare avanti, oltrepassare la nebbia: ho bisogno di cantare la mia strada, di danzare il mio Sogno.