Non esistono giorni qualunque. Ogni giorno
è sempre straordinario. Ogni giorno, ogni respiro, ogni sguardo, ti aiuta a guadare il fiume della vita, devi solo stare attenta a come posi il pensiero.
Noi siamo finestre sul cielo. Dovremmo aprirci e lasciare che il cielo entri e si rifletta in noi. E dovremmo riflettere sul cielo, sul vento e sulle nuvole. Siamo così effimeri, siamo un semplice soffio, un riflesso sul vetro.
Dobbiamo accettare anche le nuvole, ogni tempo, ogni stagione. Dobbiamo accettare che la pioggia ci solchi quando magari meno ce l’aspettiamo e ci confonda lo sguardo.
Dobbiamo accettare che venga il buio, il freddo.
Siamo finestre sul cielo. Finestre nate per aprirsi, per spalancarsi al mondo e a se stesse.
Quello che veramente conta è l'apertura: certo, aprirsi significa rendersi visibili, esposti nelle nostre zone più intime e proprio per questo più indifese...può anche essere che ci si debba richiudere una volta ancora, nascondersi nel fondo di se stessi per far rimarginare le ferite; può accadere aprendosi al mondo al di fuori di noi, è vero. Del resto io dico sempre:" Come posso sapere che mi devo chiudere se prima non mi apro?".
Ma mai, dico mai, può accadere questo quando ci si apre a noi stessi.
E allora apriamola, questa finestra che siamo, apriamola al mondo esterno e soprattutto a quello interiore.
Non temo le ferite del mondo: non sono mai mortali, quelle.
Ti restano le cicatrici, specialmente nel cuore, ma se non ci si apre, se non si esce dal bozzolo, se non si distendono le ali... come può volare, l'anima?