Radice umana
che del suo cuore inquieta
svela la forma.
Soffre armoniosa i solchi
del tronco che sostiene.
Riyueren
Noi siamo qui per apprendere e per custodire, non per distruggere.
Impariamo attraverso la Natura, che da sempre parla all'Uomo: un tempo addirittura le sue parole erano Dèi.
Impariamo attraverso l'inconscio, che ci parla con il linguaggio dei sogni: una volta si chiamavano Visioni ed erano ritenuti sacri, messaggi divini.
In seguito l'Uomo ha cominciato a chiudere le sue orecchie e soprattutto lo sguardo del cuore: lo ha fatto giustificandosi con il fatto di "aver finalmente aperto gli occhi"...bene, non è mai stato così cieco come da quel momento.
I risultati, ahimè, sono sotto agli occhi di tutti: quelli che dovevano custodire sono diventati i primi distruttori di ciò che era stato loro affidato.
C'è ancora qualcuno però, qua e là nel Tempo e sulla Terra, qualcuno in grado di leggere nel libro della Natura, qualcuno che sa ascoltare i sogni e trarne visioni, qualcuno che sa vedere..e che poi soprattutto sa anche mostrare quello che la Natura gli ha indicato e lo fa nella condivisione, non tenendo nulla solo per sé.
Anime inquiete nella loro ricerca eppure armoniose al tempo stesso.
Io ho avuto il piacere di conoscerne una.
Gianfranco Timossi è un'anima speciale, uno scultore autodidatta. Nato nel paese di origine della mia famiglia, Campoligure, ha anche vissuto per un certo periodo a Rodi.
Gianfranco riesce a dare forma alle sue visioni interpretando i segni che la Natura ha lasciato nel tronco di alberi secolari, per lo più ulivi.
Potrete ben immaginare, da questa foto che lo ritrae al lavoro, le proporzioni delle sue sculture. Ci tengo a precisare che le sue opere sono ricavate da pezzi interi, non ci sono aggiunte di alcun genere, nessuna incollatura.
Seguendo questo link che vi porterà ad un filmato della Rai, conoscerete non solo Gianfranco ma anche la persona che ha messo a disposizione il suo terreno per ospitare le sculture e scoprirete il perché questo luogo incantato si chiama "Il Giardino di Tugnin".
Io ho cercato di esprimere,specialmente con le foto elaborate in B/N (le trovate qui) le sensazioni che ho provato di fronte alle sculture di Gianfranco...è un artista vero e generoso, perché mi ha permesso di esprimere la mia visione attraverso la sua: questo non è da tutti.
Come non è da tutti rifiutare un assegno in bianco perché il compratore, tenendo la scultura per sé, non avrebbe permesso quello che per Gianfranco Timossi è fondamentale: la fruizione al pubblico, la condivisione.
Nella poesia che ho scritto all'inizio del post ho cercato di esprimere, a parole, quello che ho fotografato.
Le visioni di Gianfranco sono estreme, armoniose e inquiete. Intense, così come è la sua anima e come sono gli alberi.
Da questo tronco maestoso, tra un po' di tempo, nasceranno le Muse ed io spero di poterne seguire ogni passaggio.
Questo ulivo viene da Rodi, ha circa 700 anni: un gigante che, come altri della sua specie, è stato sradicato perché, non producendo più frutti, doveva essere rimpiazzato con alberi nuovi.
Avrebbe dovuto diventare carbone, ma Gianfranco lo ha preso con sé. Io credo che le visioni dello scultore provengano direttamente dall'albero: l'artista è sempre un tramite, una porta, un varco...un cuore che rimane aperto, spalancato di fronte all'Universo.
E a pensarci bene...tutti noi siamo parole della Natura, tutti noi siamo sogni e visioni...e forse, pur essendo mortali, siamo anche Dèi.
Ps. altre foto qui