Questo non è certo un addio, dal momento che non privatizzo il blog e nemmeno lo cancello.
Voglio semplicemente evitare d'ora in poi inutili doppioni di post in rete, quindi mi trasferisco, parole e foto, su Mutazioni del Silenzio.
Ringrazio chi negli anni ha letto, commentato o anche soltanto seguito i miei percorsi.
Un abbraccio e i miei saluti e Auguri a tutti voi.
Lo scorso Natale mi sono fatta un regalo: me stessa. Sono riuscita a non sciuparlo per un intero anno, l'ho conservato arricchendolo di contenuti (mai amato l'esteriorità) ogni giorno. Ci ho aggiunto altri doni: una decisione dopo l'altra. E siamo arrivati ad oggi: questa volta mi sono regalata dei fogli bianchi, tanti, davvero. Intendo farne buon uso.
Ho persino iniziato a disegnare, cominciando là da dove avevo interrotto, avendo scoperto la fotografia: penso che potrò farli convivere, questi miei sogni.
Ci sono altre strade dove poter condurre anche le mie mani, non solo lo sguardo. Auguro lo stesso a tutti voi: serenità e luce interiore. Lo spirito del Natale, ogni giorno, quello vero, al di là delle luminarie e dell'indifferenza che nascondono con le loro "luccicherie" :)
Tu sei al di là della pioggia, del freddo oltre la neve, fuori dalle tempeste. Ora è mio il tuo sguardo, in me il tuo nido: la mia memoria ti nutre, il cuore è una coperta calda.
Migrano le stagioni i silenzi prendono il volo in primavera i suoni sono in fiore calde parole estive maturano i pensieri dell'autunno: io sola nell'inverno resto, spoglia di te, a custodire assenze.
36 anni insieme e 37 da che ci conosciamo e quasi 31 anni di figlio che condividiamo.Ci sono stati momenti belli e anche momenti non belli, ma tu mi sei sempre stato vicino e ancora sei qui, non con le parole (lo so, io ho sempre avuto un po' questa fissa del dialogo) ma con i fatti..e alla fine è questo che conta.Ci sono persone che parlano molto ma in realtà non dicono nulla, anche se quel nulla lo sanno dire bene...(inutile dire che ovviamente nulla fanno). Grazie di esserci.
La superficie è un invito ad andare oltre, al di là del superficiale e dell'apparenza: non è un limite, non è un confine, ma semplicemente un insieme di orizzonti possibili. Entrare è un dovere ma anche una gioia.
Music:
"The Temperature of the Air on the Bow of the Kaleetan"
Artist:
Chris Zabriskie
http://chriszabriskie.com/
Album: Undercover Vampire Policeman
2012
Ho realizzato questo video dal mio progetto
"Calligrafie d'anima", nato per Giornate di Fotografia a cura di
Simona Guerra e Lisa Calabrese e selezionato per conferenza e mostra a Morro d'Alba (AN).
Fotografia e scrittura come "calligrafie": orme,
segni, inchiostri di luce e di ombre attraverso cui la mia anima si esprime e
nello stesso tempo si conosce, esplorando orizzonti che non sono confini, ma
libertà in movimento a 360°.
Le fotografie sembrano silenziose, ma per me hanno voci,
sono sguardi che "dicono" e a volte neanche tanto silenziosamente; le
parole sono foto nascoste, hanno una grande libertà di visione e un solo
handicap: bisogna conoscerne il codice, cioè la lingua in cui vengono
pronunciate o scritte.
Per questo io penso alla sinergia fra immagine e parola: il
legame che le unisce è un legame d'anima, affinità, risonanza.
E quale genere letterario può stare alla pari con la
fotografia senza essere ridondante o didascalico? io credo che solo la poesia,
con l'intensità della sua visione, possa fare questo.
Poesia come reportage di viaggi interiori, intima eppure
universale, essenziale eppure dai molteplici aspetti come lo sguardo
fotografico e quindi, come l'immagine, orma, traccia di emozioni diventate
pensiero.
"Calligrafie d'anima" raccoglie fotografie che
ritraggono realmente "segni", scritture di luci che s'imprimono sui
volti a segnare percorsi di memoria, riflessi sull'acqua, dove sempre e
comunque le ombre non sono che luci spezzate, calligrafie di voli, segni e
disegni di scrittura "altra", "non umana", dove lo sguardo si
libera al di là del senso, del significato, accoglie insieme, abbraccia, anche
la parola scritta che nella poesia, soprattutto se essenzialmente breve, come
l'haiku, si fa occhio e visione, affacciandosi sulle immagini accompagnando il
mio viaggio dall'interno all'esterno e viceversa, in uno scambio continuo come
fra l'onda e la riva del mare.
Ho composto io stessa gli haiku, 17 di numero così come sono
17 (5+7+5) le sillabe da cui sono
formati ed ognuno "accompagna" una foto in un'impaginazione a
dittico. Li ho scritti a mano su cartoncino perché anche questa è una forma di
meditazione, per me, come la fotografia.
Completa questo lavoro un'altra forma poetica orientale, il
tanka (5+7+5+7+7 sillabe) unita alla foto dell'anima a cui ho dedicato
"Calligrafie": Mir, il pettirosso che per tre inverni mi ha donato
quotidianamente la sua amicizia e che spero di ritrovare alla fine del mio
viaggio.
Il tempo fluttua come l'inchiostro sull'acqua, poi s'imprime nella tua vita come se fosse un pezzo di carta: la tua anima assorbe quell'attimo irripetibile che è già memoria ... l'acqua dei tuoi giorni ora diventa un foglio bianco su cui ricominciare.
Queste sono strade fluttuanti dove i passi affondano e annegano, ubriachi di sogni.
Se esiste una meta bisognerà abituare lo sguardo a distinguerla fra i miraggi di questo deserto virtuale, più rovente ancora della realtà di sabbia su cui tutti camminiamo.
L'inchiostro offre i suoi doni, gli specchi fluttuano e qui non puoi che vedere te stesso.
Lo sguardo può scegliere su cosa posarsi e anche emulare le sfide degli uccelli quando in volo arrivano a sfiorare la strada e poi sfrecciano via.
I miei occhi volano a sfidare il silenzio che sempre più mi circonda.
E come gli uccelli gioiscono del cielo così io trovo la mia gioia nell'ascoltare i canti della luce nell'ombra.
Il mio cuore può scegliere come il mio sguardo. Una scelta non spunta come un fungo, è sempre la diretta conseguenza di scelte che stanno a monte, soprattutto quando sono scelte che altri hanno fatto.